Beatissimo Padre,
I Presuli delle Chiese di Sicilia, come pure i presbiteri, i seminaristi ed i membri di vita consacrata, hanno la gioia di darLe il benvenuto in questa Chiesa Cattedrale, tempio santo che ci è stato consegnato dalla fede dei nostri padri, una fede testimoniata nei solchi millenari della storia.
Ad accogliere la Santità Vostra, oggi, sono queste pietre così antiche e preziose, nelle quali, lungo i secoli, l’arte ha provato ad esprimere il Mistero di Dio, e che oggi sono la Chiesa Madre ed il cuore pulsante di questa Arcidiocesi di Palermo, vegliata dalla sua Patrona, Santa Rosalia, di cui si conservano proprio qui le Sacre Reliquie.
In questo edificio materiale, Santità, Lei incontra quelle preziose ‘pietre vive’ che edificano particolarmente il Corpo Mistico di Cristo che è la Chiesa, in forza di una speciale consacrazione al Signore: la bellezza di questo tempio si riempie della luce e della grazia dei cuori di uomini e donne innamorati di Gesù Cristo, che, avvertendo una speciale chiamata a seguire e servire il Signore più da vicino, divengono – direi – pietre ‘profetiche’, capaci di annunciare all’uomo di oggi il Dio dell’Amore, il Dio di Gesù Cristo.
Santità, le nostre Chiese di Sicilia sono ricche di figure che hanno costruito il Regno di Dio in mezzo agli uomini spendendosi, con eroica fedeltà, in un servizio senza riserve e senza tempo, coscienti che attraverso il loro apostolato sono stati chiamati a mostrare il volto sollecito di Dio che si prende cura delle sue creature e la premurosa sollecitudine della Chiesa per l’uomo.
In questo contesto mi sia consentito ricordare, proprio in questa Chiesa Cattedrale, il fulgido esempio del Servo di Dio don Pino Puglisi, che nel suo sacerdozio ha incarnato i tratti di Cristo Buon Pastore. Quel tragico 15 settembre 1993, giorno della sua barbara uccisione per mano mafiosa, egli rese l’ultima testimonianza a Cristo fino ad offrire la vita per le sue pecorelle, e concluse così la sua vicenda che, recentemente, i Vescovi italiani non hanno esitato a definire ‘eucaristica’.
Siamo convinti, Santità, che, come già tanti altri testimoni preziosi, don Pino ci ha insegnato ad amare la Chiesa, e ad edificarla ciascuno per la parte che gli è propria, fino a farsi, appunto, ‘eucaristia’, quell’unica trasformazione necessaria perché il dono di sé sia totale e generoso, nella fedeltà di ogni giorno.
Il suo esempio rappresenta un’eredità posta come tesoro prezioso nelle nostre mani: crediamo infatti che il dono della nostra vita per amore al Signore ed alla Chiesa sia l’unica strada maestra per rendere splendente la nostra consacrazione senza separarla mai dalla missione, per portare frutto abbondante anche in questo tempo così travagliato.
Da Lei, dolce Vicario di Cristo in terra e Successore del Primo degli Apostoli, attendiamo, una parola forte che possa confermare non soltanto la nostra fede, ma il nostro impegno di totale dedizione al Vangelo, e la dona-zione di tutta la nostra vita a Colui che in noi un giorno ha incominciato la sua opera e ‘ per la sua fedeltà ‘ la porterà a compimento.