Chiesa Cattedrale
08-12-2008
‘Tutta bella sei tu, Maria, e macchia originale non è in te!’
Carissimi fratelli e sorelle!
1. Con il canto della Chiesa che nella tradizione ha elevato nel corso dei secoli la sua lode, vogliamo salutare anche noi, oggi, la Vergine Santa, come rapiti dalla sua bellezza, che è splendore di santità: O Maria, sei bella perché in te non c’è alcuna macchia che offuschi la tua luminosa bellezza!
Dinanzi alla Vergine Maria sostiamo nella preghiera e nello stupore per questa bellezza che profuma di santità. Tale bellezza non è frutto di un suo sforzo personale: essa è esclusivamente dono di Dio. E in questo dono non sta soltanto la bellezza di Maria, piuttosto la bellezza del gran disegno della salvezza e della storia dell’umanità nuova, che Dio non ha mai cessato di nutrire per i suoi figli.
2. Lo abbiamo ascoltato nella Seconda lettura che è stata proclamata, tratta dalla lettera di San Paolo apostolo agli Efesini: il Padre ‘ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo’ (cf. Ef 1,4).
Il gran disegno di Dio è estendere la sua paternità a tutti gli uomini, di tutti i tempi e di tutti i luoghi. La salvezza è avere la possibilità di ereditare il Regno da figli adottivi nell’Unigenito Figlio Gesù Cristo. Un Regno che non è fatto di beni materiali, piuttosto consta di un’identità nuova che l’uomo può avere e nella quale può ritrovare il senso e il fine della sua stessa vita.
3. Questo bel disegno ha origine prima della creazione del mondo (cf. Ef 1,4) perché nasce dal cuore amante di Dio, dalla sua amorosa sollecitudine per gli uomini. Eppure fin dalla creazione la bellezza di questo disegno viene intercettata e inquinata dal peccato delle origini, la scelta dei progenitori che ‘ come abbiamo ascoltato nella Prima lettura ‘ non hanno accolto fino in fondo l’offerta gratuita dell’amicizia di Dio e, cedendo alla tentazione, sono caduti nell’ingannevole sforzo di conquistare, in modo autonomo e autosufficiente, ciò che Dio voleva donare loro: la sua stessa vita divina.
Adamo ed Eva, infatti, devono presto ricredersi: cercare di avvicinarsi a Dio senza Dio significa ritrovarsi nudi, privati della dignità e della pace con se stessi e con gli altri, pieni di paura e inclini alla discordia, con l’anima ferita dal peccato e dalle sue conseguenze.
4. Tuttavia, il peccato dell’uomo non ostacola l’iniziativa d’amore di Dio, la stessa della creazione, quella che sgorga dal suo cuore appassionato per l’umanità. Sulla nudità dei progenitori, che esprime la condizione decaduta e triste del peccato, Dio tesse il vestito della storia della salvezza e disegna le trame di una vittoria senza proporzioni: il serpente antico non cesserà mai di muovere guerra alla stirpe umana, ma dalla stirpe della donna uscirà un figlio che porterà la vittoria, inizio di una nuova discendenza che trarrà linfa vitale da questo definitivo combattimento.
5. Maria ha in sé tutti i colori e i tratti della bellezza di questa salvezza pensata da Dio per noi. E questi colori risplendono nella luce della sua immacolata concezione. Il suo concepimento è inserito pienamente nel disegno di Dio, così come il Vangelo dell’Annunciazione, che la Chiesa ci fa proclamare in questa solennità, ci dimostra.
Rallegrati, tu che sei stata ricolmata e trasformata dalla grazia! Il saluto dell’angelo Gabriele dice che la storia di Maria è frutto di un’opera di Dio molto particolare: Egli ha fatto di lei la creatura più eccelsa che custodisce la grazia e prepara la sua venuta nel mondo. Immacolata fin dal suo concepimento, preservata da Dio in modo mirabile per l’attuarsi del disegno di salvezza, Maria è il terreno fertile nel quale può germogliare il Cristo Salvatore.
6. La storia della Vergine di Nazareth si intreccia con la storia dell’umanità, ed è vicenda profondamente umana. Infatti, l’immacolato concepimento di Maria, con il quale Dio ha voluto cominciare a tessere la trama della salvezza per gli uomini, non ha annullato la libertà della Vergine. Ella ha docilmente accolto il disegno di Dio su di lei e sulla redenzione nel Figlio. La sua scelta libera è stata accoglienza di una Parola che in lei si è compiuta fino alla fine, al punto da farsi carne. Il suo sì è profondamente ed autenticamente umano.
Ma, diversamente da Adamo ed Eva, che percorrono autonomamente le vie del loro progetto senza riferirsi alla promessa di Dio, in Maria tutto si fa ascolto obbediente e ricettivo della Parola, dalla sua meditazione assidua nella quale, da buona ebrea era cresciuta, all’incarnazione di questa Parola che si fa Bambino nel suo grembo, fino alla sofferenza e al dolore che il compimento di questa Parola le richiederà ai piedi della Croce del Figlio.
7. Guardando alla Vergine Immacolata, noi, popolo santo di Dio, veniamo spesso toccati e portiamo i nostri sentimenti, le nostre aspirazioni e i nostri affanni ai piedi della Madre. Oggi Maria ci invita a seguire il Signore nel disegno di salvezza e di felicità che egli ha preparato da sempre per noi.
In particolare desidero interpretare l’invito della Vergine lungo tre piste concrete.
I) L’ascolto orante e profondo della Parola di Dio. È l’anno della Parola. Abbiamo celebrato un Sinodo nello scorso Ottobre. La voce di Dio si è fatta volto in Cristo, ha abitato la casa della Chiesa e si è proiettata sulle strade dell’umanità. Il Cristo ‘secondo le Scritture’ è quello che dobbiamo conoscere. E Maria imparò dalle Scritture ad ascoltare la voce di Dio, ne conobbe il volto in Cristo, attese la Pentecoste nel Cenacolo e accompagna fino ad oggi la missione della Chiesa.
Quanto ascoltiamo la Parola di Dio? Che spazio le diamo nella nostra vita? Quanta accoglienza le riserviamo? E nelle nostre famiglie, siamo consapevoli che la trasmissione della fede è la trasmissione del Cristo secondo le Scritture? La nostra docilità alla Parola di Dio, la capacità di un ascolto attento del cuore di Dio che palpita nelle pagine della Scrittura e nella Tradizione della Chiesa, trovano in Maria un riferimento sicuro.
II) L’accoglienza fiduciosa dei piani di Dio. Dinanzi alla proposta di Dio, per la parola dell’angelo, Maria si chiede: ‘In che modo avverrà tutto questo?’. Ella non dubita del piano di Dio. Non dubita nemmeno della sua potenza e del suo amore. Non cerca di tirarsi indietro. Tuttavia, nella sua umanità si chiede come si dispiegherà in lei questa potenza, e quale sarà il suo ruolo. Accetta la volontà di Dio. Ne accoglie il compimento. Ma nemmeno a lei è dato di sapere le modalità di Dio, che agisce per le sue vie, così diverse da quelle degli uomini. La fede di Maria consiste in questo: lasciare agire Dio con i suoi mezzi e secondo i suoi disegni. E ciò appare sempre più difficile anche nelle situazioni più complesse e critiche di oggi. Dio assiste le sorti dell’umanità. Non può deludere i suoi figli.
III) La fedeltà quotidiana al nostro dovere. L’ ‘Eccomi!’ di Maria è stato costantemente ripetuto, nella quotidianità della sua vita, nelle vicende serene e tristi, nei momenti di luce e in quelli più bui. Se il saluto dell’angelo diceva il modo in cui Dio aveva guardato a questa vergine prima dei tempi, ricolmandola di grazia e preservandola dal peccato originale, l’ ‘Eccomi!’ di Maria dice il modo in cui Ella accoglie il disegno di Dio nella sua vita, rendendosi ‘serva’ obbediente e piena di fiducia nella presenza di Dio, e nell’amorevole dispiegarsi della sua azione. Maria, continuamente sotto lo sguardo di Dio, da questo stesso sguardo è stata trasformata e rinnovata, per dire il sì pieno e generoso. E il suo è un atto di fede prima ancora che di obbedienza.
8. Ciò che è avvenuto alla Vergine può avvenire anche a tutti noi. Ella è Madre dell’umanità nuova perché ci spiana la strada per giungere a Cristo.
E questo è il senso profondo del nostro essere qui riuniti in questa Cattedrale vicini a tanti fedeli che anche in tante altre chiese celebrano con particolare solennità questo mistero d’amore. Vogliamo tutti rimettere i nostri cuori nelle mani materne della Vergine Madre, contemplare il suo volto, sentire la sua protezione, e chiedere che ci aiuti a seguire il suo esempio.
È questo il senso profondo i tanti pellegrini che si recano in pellegrinaggio a Lourdes e trovano nella Grotta di Massabielle e ‘ soprattutto nel sacramento della Riconciliazione ‘ la pace interiore e la forza per portare ogni giorno con perseverante serenità la Croce di Cristo, completando così quello che manca alla sua Passione per il bene della Chiesa e per l’avvento del Regno in tutti i cuori, specie in quelli che ‘ come dice il profeta Ezechiele ‘ sono ancora di pietra e non di carne.
La nostra preghiera si fa oggi più incessante. Tutti noi sentiamo la trepidazione per il futuro e per la nostra vita. Come Corpo Mistico di Cristo, tuttavia, dobbiamo crescere sempre più nella speranza, e, assistiti dall’azione di Maria, dobbiamo impegnarci a corrispondere alla grazia di Dio per conquistare sempre più anime alla vita e alla luce, aprendo orizzonti di pace e fraternità all’intera famiglia umana che è una perché uno è il Creatore.
O Maria Immacolata, illumina con la tua santità la nostra vita e fa che possiamo rispondere al disegno di Dio in seno alla Chiesa e all’intera società.
E così sia.
Carissimi fratelli e sorelle!
1. Con il canto della Chiesa che nella tradizione ha elevato nel corso dei secoli la sua lode, vogliamo salutare anche noi, oggi, la Vergine Santa, come rapiti dalla sua bellezza, che è splendore di santità: O Maria, sei bella perché in te non c’è alcuna macchia che offuschi la tua luminosa bellezza!
Dinanzi alla Vergine Maria sostiamo nella preghiera e nello stupore per questa bellezza che profuma di santità. Tale bellezza non è frutto di un suo sforzo personale: essa è esclusivamente dono di Dio. E in questo dono non sta soltanto la bellezza di Maria, piuttosto la bellezza del gran disegno della salvezza e della storia dell’umanità nuova, che Dio non ha mai cessato di nutrire per i suoi figli.
2. Lo abbiamo ascoltato nella Seconda lettura che è stata proclamata, tratta dalla lettera di San Paolo apostolo agli Efesini: il Padre ‘ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo’ (cf. Ef 1,4).
Il gran disegno di Dio è estendere la sua paternità a tutti gli uomini, di tutti i tempi e di tutti i luoghi. La salvezza è avere la possibilità di ereditare il Regno da figli adottivi nell’Unigenito Figlio Gesù Cristo. Un Regno che non è fatto di beni materiali, piuttosto consta di un’identità nuova che l’uomo può avere e nella quale può ritrovare il senso e il fine della sua stessa vita.
3. Questo bel disegno ha origine prima della creazione del mondo (cf. Ef 1,4) perché nasce dal cuore amante di Dio, dalla sua amorosa sollecitudine per gli uomini. Eppure fin dalla creazione la bellezza di questo disegno viene intercettata e inquinata dal peccato delle origini, la scelta dei progenitori che ‘ come abbiamo ascoltato nella Prima lettura ‘ non hanno accolto fino in fondo l’offerta gratuita dell’amicizia di Dio e, cedendo alla tentazione, sono caduti nell’ingannevole sforzo di conquistare, in modo autonomo e autosufficiente, ciò che Dio voleva donare loro: la sua stessa vita divina.
Adamo ed Eva, infatti, devono presto ricredersi: cercare di avvicinarsi a Dio senza Dio significa ritrovarsi nudi, privati della dignità e della pace con se stessi e con gli altri, pieni di paura e inclini alla discordia, con l’anima ferita dal peccato e dalle sue conseguenze.
4. Tuttavia, il peccato dell’uomo non ostacola l’iniziativa d’amore di Dio, la stessa della creazione, quella che sgorga dal suo cuore appassionato per l’umanità. Sulla nudità dei progenitori, che esprime la condizione decaduta e triste del peccato, Dio tesse il vestito della storia della salvezza e disegna le trame di una vittoria senza proporzioni: il serpente antico non cesserà mai di muovere guerra alla stirpe umana, ma dalla stirpe della donna uscirà un figlio che porterà la vittoria, inizio di una nuova discendenza che trarrà linfa vitale da questo definitivo combattimento.
5. Maria ha in sé tutti i colori e i tratti della bellezza di questa salvezza pensata da Dio per noi. E questi colori risplendono nella luce della sua immacolata concezione. Il suo concepimento è inserito pienamente nel disegno di Dio, così come il Vangelo dell’Annunciazione, che la Chiesa ci fa proclamare in questa solennità, ci dimostra.
Rallegrati, tu che sei stata ricolmata e trasformata dalla grazia! Il saluto dell’angelo Gabriele dice che la storia di Maria è frutto di un’opera di Dio molto particolare: Egli ha fatto di lei la creatura più eccelsa che custodisce la grazia e prepara la sua venuta nel mondo. Immacolata fin dal suo concepimento, preservata da Dio in modo mirabile per l’attuarsi del disegno di salvezza, Maria è il terreno fertile nel quale può germogliare il Cristo Salvatore.
6. La storia della Vergine di Nazareth si intreccia con la storia dell’umanità, ed è vicenda profondamente umana. Infatti, l’immacolato concepimento di Maria, con il quale Dio ha voluto cominciare a tessere la trama della salvezza per gli uomini, non ha annullato la libertà della Vergine. Ella ha docilmente accolto il disegno di Dio su di lei e sulla redenzione nel Figlio. La sua scelta libera è stata accoglienza di una Parola che in lei si è compiuta fino alla fine, al punto da farsi carne. Il suo sì è profondamente ed autenticamente umano.
Ma, diversamente da Adamo ed Eva, che percorrono autonomamente le vie del loro progetto senza riferirsi alla promessa di Dio, in Maria tutto si fa ascolto obbediente e ricettivo della Parola, dalla sua meditazione assidua nella quale, da buona ebrea era cresciuta, all’incarnazione di questa Parola che si fa Bambino nel suo grembo, fino alla sofferenza e al dolore che il compimento di questa Parola le richiederà ai piedi della Croce del Figlio.
7. Guardando alla Vergine Immacolata, noi, popolo santo di Dio, veniamo spesso toccati e portiamo i nostri sentimenti, le nostre aspirazioni e i nostri affanni ai piedi della Madre. Oggi Maria ci invita a seguire il Signore nel disegno di salvezza e di felicità che egli ha preparato da sempre per noi.
In particolare desidero interpretare l’invito della Vergine lungo tre piste concrete.
I) L’ascolto orante e profondo della Parola di Dio. È l’anno della Parola. Abbiamo celebrato un Sinodo nello scorso Ottobre. La voce di Dio si è fatta volto in Cristo, ha abitato la casa della Chiesa e si è proiettata sulle strade dell’umanità. Il Cristo ‘secondo le Scritture’ è quello che dobbiamo conoscere. E Maria imparò dalle Scritture ad ascoltare la voce di Dio, ne conobbe il volto in Cristo, attese la Pentecoste nel Cenacolo e accompagna fino ad oggi la missione della Chiesa.
Quanto ascoltiamo la Parola di Dio? Che spazio le diamo nella nostra vita? Quanta accoglienza le riserviamo? E nelle nostre famiglie, siamo consapevoli che la trasmissione della fede è la trasmissione del Cristo secondo le Scritture? La nostra docilità alla Parola di Dio, la capacità di un ascolto attento del cuore di Dio che palpita nelle pagine della Scrittura e nella Tradizione della Chiesa, trovano in Maria un riferimento sicuro.
II) L’accoglienza fiduciosa dei piani di Dio. Dinanzi alla proposta di Dio, per la parola dell’angelo, Maria si chiede: ‘In che modo avverrà tutto questo?’. Ella non dubita del piano di Dio. Non dubita nemmeno della sua potenza e del suo amore. Non cerca di tirarsi indietro. Tuttavia, nella sua umanità si chiede come si dispiegherà in lei questa potenza, e quale sarà il suo ruolo. Accetta la volontà di Dio. Ne accoglie il compimento. Ma nemmeno a lei è dato di sapere le modalità di Dio, che agisce per le sue vie, così diverse da quelle degli uomini. La fede di Maria consiste in questo: lasciare agire Dio con i suoi mezzi e secondo i suoi disegni. E ciò appare sempre più difficile anche nelle situazioni più complesse e critiche di oggi. Dio assiste le sorti dell’umanità. Non può deludere i suoi figli.
III) La fedeltà quotidiana al nostro dovere. L’ ‘Eccomi!’ di Maria è stato costantemente ripetuto, nella quotidianità della sua vita, nelle vicende serene e tristi, nei momenti di luce e in quelli più bui. Se il saluto dell’angelo diceva il modo in cui Dio aveva guardato a questa vergine prima dei tempi, ricolmandola di grazia e preservandola dal peccato originale, l’ ‘Eccomi!’ di Maria dice il modo in cui Ella accoglie il disegno di Dio nella sua vita, rendendosi ‘serva’ obbediente e piena di fiducia nella presenza di Dio, e nell’amorevole dispiegarsi della sua azione. Maria, continuamente sotto lo sguardo di Dio, da questo stesso sguardo è stata trasformata e rinnovata, per dire il sì pieno e generoso. E il suo è un atto di fede prima ancora che di obbedienza.
8. Ciò che è avvenuto alla Vergine può avvenire anche a tutti noi. Ella è Madre dell’umanità nuova perché ci spiana la strada per giungere a Cristo.
E questo è il senso profondo del nostro essere qui riuniti in questa Cattedrale vicini a tanti fedeli che anche in tante altre chiese celebrano con particolare solennità questo mistero d’amore. Vogliamo tutti rimettere i nostri cuori nelle mani materne della Vergine Madre, contemplare il suo volto, sentire la sua protezione, e chiedere che ci aiuti a seguire il suo esempio.
È questo il senso profondo i tanti pellegrini che si recano in pellegrinaggio a Lourdes e trovano nella Grotta di Massabielle e ‘ soprattutto nel sacramento della Riconciliazione ‘ la pace interiore e la forza per portare ogni giorno con perseverante serenità la Croce di Cristo, completando così quello che manca alla sua Passione per il bene della Chiesa e per l’avvento del Regno in tutti i cuori, specie in quelli che ‘ come dice il profeta Ezechiele ‘ sono ancora di pietra e non di carne.
La nostra preghiera si fa oggi più incessante. Tutti noi sentiamo la trepidazione per il futuro e per la nostra vita. Come Corpo Mistico di Cristo, tuttavia, dobbiamo crescere sempre più nella speranza, e, assistiti dall’azione di Maria, dobbiamo impegnarci a corrispondere alla grazia di Dio per conquistare sempre più anime alla vita e alla luce, aprendo orizzonti di pace e fraternità all’intera famiglia umana che è una perché uno è il Creatore.
O Maria Immacolata, illumina con la tua santità la nostra vita e fa che possiamo rispondere al disegno di Dio in seno alla Chiesa e all’intera società.
E così sia.