1. L’invito del salmista, che abbiamo ripetuto nel salmo responsoriale, risuona questa sera nella nostra Cattedrale, come la risposta che io e voi siamo chiamati a dare al Signore della sua eterna misericordia e alla sua fedeltà senza fine, nel nono anniversario dell’inizio del mio ministero pastorale nell’amatissima Chiesa palermitana.
È lui che nella sua fedeltà senza fine mi ha inviato a voi, suo popolo e gregge del suo pascolo, per servirlo in nome di Cristo come maestro, sacerdote e pastore.
E a lui, alla sua eterna misericordia, faccio ancora una volta umile appello perché mi perdoni ogni incorrispondenza al suo amore nell’adempimento del servizio affidatomi. Mi sono sforzato e mi sforzo di compierlo con gioia e dedizione totale, ma sono anche sinceramente convinto ‘ come ci ha insegnato il Signore – che quando abbiamo fatto tutto quello che ci è stato ordinato, dobbiamo dire: ‘Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare’ (Lc 17,10).
Ma a lui è doveroso soprattutto innalzare ‘inni di grazie’ ‘e canti di lode’ per i doni concessi alla nostra Chiesa in questi nove anni attraverso la collaborazione dei carissimi presbiteri, diaconi, religiosi/e e laici impegnati nell’azione pastorale, che ringrazio ogni giorno con la preghiera e l’affetto sincero.
2. Di un dono in particolare lodiamo e benediciamo il Signore: la primavera delle vocazioni al sacerdozio ministeriale che in questi anni ha fatto germogliare nella nostra Chiesa e della quale questa sera ci offre un’ulteriore manifestazione: l’ammissione tra i candidati al Diaconato e al Presbiterato di otto seminaristi e il conferimento dei ministeri del Lettorato e dell’Accolitato ad altri sette e il giuramento di fedeltà dei sei Diaconi che il 28 giugno saranno ordinati Presbiteri.
Si! Presentiamoci al Signore con esultanza, lodiamo e benediciamo il suo nome!
La lode più autentica e la benedizione più sincera consistono nel prendere sempre più coscienza dei suoi doni, in particolare della vocazione al sacramento dell’Ordine.
3. Si tratta di una vocazione speciale, che si colloca in quella fondamentale e comune a tutti i battezzati: la vocazione alla santità e all’apostolato, alla edificazione della comunità cristiana e all’esercizio della sua missione, come prolungamento della missione che l’unico e universale salvatore dell’umanità, Gesù, con l’Incarnazione è venuto a inaugurare nel mondo, suggellandola con la sua morte e con la sua risurrezione.
Se è vero, infatti, che la comunità cristiana deve riconoscere, accogliere e promuovere le diversità di carismi, di ministeri e di operazioni che provengono dall’unico Spirito, dall’unico Signore, da un solo Dio, come manifestazioni dello Spirito per l’utilità comune, secondo lo stimolante insegnamento dell’apostolo Paolo ricordatoci nella seconda lettura, è anche vero che essa deve impegnarsi in modo particolare a favorire il ministero ordinato.
È ai Presbiteri, infatti, in quanto necessari collaboratori dell’Ordine episcopale, come lo erano i settanta anziani d’Israele per Mosé, che Gesù, con il sacramento dell’Ordine, conferisce la potestà sacra di ripetere le parole e i gesti con i quali egli nell’Ultima Cena ha istituito l’Eucaristia della quale la Chiesa vive e si nutre per costruirsi incessantemente.
4. Prima ancora dell’azione formativa del seminario, tutta la nostra Chiesa diocesana e in essa le singole comunità parrocchiali ed ecclesiali sono chiamate a promuovere le vocazioni al presbiterato con la fervente preghiera, la testimonianza di un’autentica vita cristiana, l’esplicito annunzio e ben precisi itinerari vocazionali.
È infatti, la comunità cristiana, ‘ come insegna il Concilio ‘ che vive intensamente la sua vocazione e la sua missione, a costituire il terreno favorevole per il sorgere e il maturare delle vocazioni al presbiterato. E quando in una parrocchia da decenni non emergono positive risposte vocazionali, essa deve domandarsene le ragioni, perché il Signore chiama sempre e dovunque.
5. La vocazione sacerdotale è un dono di Dio e costituisce un grande bene non solo per il giovane che ne è destinatario, ma per tutta la Chiesa. È tutta la Chiesa, perciò, chiamata a custodire, stimare, amare, tutelare e coltivare questo dono. Si tratta di un problema vitale che si colloca nel cuore stesso della Chiesa per cui tutti dobbiamo sentircene responsabili.
· Lo siamo anzitutto noi Vescovi, chiamati a dare continuità al carisma e al ministero presbiterale, associandovi nuove energie mediante l’imposizione delle mani.
· Lo siete voi, amatissimi presbiteri, solidali con noi e corresponsabili nella ricerca e nella promozione delle vocazioni presbiterali, con la testimonianza della vostra vita, della dedizione incondizionata al gregge del Signore, della concordia fraterna, del servizio gioioso e generoso al Signore e alla Chiesa.
· Lo siete voi, religiosi e religiose, con la testimonianza della vita consacrata, che favorisce generose risposte vocazionali.
· Lo siete voi, famiglie cristiane, offrendo le condizioni favorevoli per la nascita delle vocazioni: veri primi seminari, nei quali i figli possono acquisire il senso della pietà, della preghiera e dell’amore alla Chiesa.
· Lo siete voi, fedeli laici, in particolare voi catechisti, insegnanti, educatori, animatori della pastorale giovanile: quanto più approfondite il senso della vostra vocazione e missione nella Chiesa, tanto più potrete riconoscere il valore e l’insostituibilità della vocazione e della missione sacerdotale.
· Lo siete voi, gruppi, movimenti, associazioni laicali, che vi rivelate un campo particolarmente aperto alla manifestazione di vocazioni consacrate, veri e propri luoghi di proposta e di crescita vocazionale.
6. Ma in modo tutto particolare lo siete voi, carissimi seminaristi: il sì generoso, detto al Signore entrando in Seminario, è santamente contagioso fra i vostri coetanei se essi vedono in voi, con la gioia dell’adesione, la coerenza della scelta di vita.
È la coerenza della fedeltà vocazionale che si chiede soprattutto a voi, Candidati agli Ordini sacri. Nel santuario del Seminario, il Signore vi offre il dono della formazione umana, spirituale, pastorale e, con l’aiuto della Facoltà Teologica, intellettuale, per prepararvi all’ordinazione: accogliete questo dono con viva gratitudine e grande senso di responsabilità, sotto la guida dei vostri educatori e professori che ringrazio per il loro impegno.
È la coerenza della fedeltà ministeriale che si chiede a voi, Lettori e Accoliti, perché il ministero che vi viene affidato sia svolto in modo degno e responsabile. Ogni ministero è per l’edificazione del corpo del Signore che è la Chiesa e ha riferimento essenziale alla Parola e all’Eucaristia, fulcro di tutta la vita ecclesiale ed espressione massima della carità di Cristo che si prolunga nel sacramento dei fratelli, specialmente nei piccoli, nei poveri e negli infermi.
Voi eserciterete più efficacemente il vostro ministero, se parteciperete e servirete alle celebrazioni eucaristiche con una pietà sempre più ardente e se vi metterete più decisamente alla sua scuola, che è scuola di preghiera e di contemplazione, di sacrificio e di servizio, di condivisione e di donazione, di concordia e di pace.
7. Ci aiuti tutti la Vergine Santissima, modello singolare di risposta vocazionale col ‘si’ totale, senza riserve e mai revocato, neppure ai piedi della Croce. È lei la serva per eccellenza del Signore e la maestra di ogni ministero nella Chiesa.
Mettiamoci tutti alla sua scuola e impariamo da lei l’umiltà e la generosità con le quali dobbiamo servire Dio e i fratelli nella Chiesa e nel mondo. Amen.