E DEL SEMINARIO
OMELIA DEL CARD. SALVATORE DE GIORGI
ARCIVESCOVO DI PALERMO
Chiesa del Seminario, 12 ottobre 2004
1. Nella preghiera colletta abbiamo chiesto al Padre che ci preceda e ci accompagni sempre la sua grazia perché, sorretti dal suo paterno aiuto, non ci stanchiamo mai di operare il bene.
Migliore augurio non poteva salutare l’inizio congiunto del nuovo anno sociale del Serra Club e del nostro Seminario.
Due realtà ecclesiali che si sentono sempre più unite nel cammino pastorale della nostra chiesa di Palermo, e di questo ringrazio il Signore.
La certezza di essere accompagnati dalla grazia del Padre e di essere sorretti dal suo paterno aiuto è la migliore garanzia per inserirsi serenamente e fruttuosamente in questo cammino, senza preoccupazioni e senza stanchezze.
L’aiuto paterno di Dio ci viene offerto nel suo Figlio, nel quale l’apostolo Paolo nella prima lettura ci ha invitati a confidare come nostra unica liberazione e salvezza con la fede che opera per mezzo della carità.
È la carità la legge nuova dell’amore che ci dà sicurezza e ci dona gioia, come ci ha ricordato il Salmista.
È la carità che ci rende mondi interiormente, come ci ha ricordato Gesù nel Vangelo, condannando l’ipocrisia dei farisei, preoccupati di ostentare la loro giustizia attraverso segni esteriori privi di significato.
2. Il segno massimo della presenza di Gesù in mezzo a noi, della carità con la quale egli ci ha amati sino a dare la vita per noi, e dell’aiuto che continuamente ci offre per vivere coerentemente la nostra vita cristiana è l’Eucaristia.
E non è senza significato che l’inizio del nuovo anno pastorale coincida in un momento in cui la Chiesa universale, la Chiesa che è in Italia, la nostra Chiesa di Palermo si stringono attorno all’Eucaristia, che fu nel cuore del Fondatore del Serraclub, il Beato Junipero Serra, l’apostolo della California, come è nel cuore del nostro Seminario, fonte e culmine di tutta la sua azione formativa dei futuri sacerdoti.
Si sta svolgendo in questi giorni il Congresso Eucaristico Internazionale a Guadalajara, nel Messico, che si concluderà domenica prossima quando il Santo Padre darà inizio allo speciale Anno dell’Eucaristia che egli ha indetto per tutta la Chiesa e che si concluderà il 29 ottobre 2005.
La Chiesa in Italia si prepara al Congresso Eucaristico Nazionale, che si svolgerà a Bari dal 21 al 29 maggio 2005. col tema significativo e stimolante: ‘Senza la Domenica non possiamo vivere’.
La nostra Chiesa di Palermo sta per concludere l’Anno Eucaristico Diocesano con il primo Congresso Eucaristico del nuovo millennio, che si svolgerà dal 14 al 21 novembre e al quale, sono certo, il Serra Club parteciperà con la sua specifica missione di pregare per le vocazioni sacerdotali.
Nell’indire l’Anno Eucaristico Diocesano l’anno scorso indicavo quattro ‘ideali eucaristici’:
– La tensione alla santità attraverso una maggiore coerenza della nostra vita col Vangelo.
– Una più solida comunione ecclesiale.
– Una più salda concordia sociale a cominciare dalla famiglia.
– Un rinnovato impegno missionario per contribuire con la luce del Vangelo alla edificazione di una società più giusta fondata sulla civiltà dell’amore.
A tendere e a perseverare verso questa direzione ci esorta anche il S. Padre con la Lettera apostolica Mane nobiscum Domine, pubblicata alcuni giorni fa.
5. Se l’Eucaristia, come convito sacrificale nella duplice mensa della Parola e del Corpo del Signore, è sorgente di santificazione, dobbiamo valorizzare al massimo la luce che ci viene dalla Mensa della Parola e la forza che promana dalla Mensa del Corpo del Signore.
Se la santità consiste nel vivere la vita divina ricevuta in dono col Battesimo, è l’Eucaristia, mistero di luce, che con la liturgia della Parola ci introduce nelle profondità della vita divina.
6. Ma è la Mensa del Corpo del Signore che ci nutre e ci inserisce pienamente e sacramentalmente nella vita trinitaria. Per questo la partecipazione alla Messa, soprattutto domenicale e alla Mensa eucaristica con le dovute disposizioni, è condizione ineludibile per poter tendere alla santità, a questa misura alta della vita cristiana ordinaria, non semplicemente con le nostre deboli forze ma anzitutto e soprattutto con la forza dello Spirito Santo che, come abbiamo chiesto nella Preghiera colletta, è preveniente e concomitante della grazia di Dio.
Solo così possiamo ripetere con l’apostolo Paolo: ‘Tutto posso in colui che mi dà forza’.
Ma la partecipazione alla Messa domenicale e possibilmente quotidiana si prolunga nell’adorazione eucaristica. ‘L’Adorazione Eucaristica fuori della Messa diventi, durante quest’anno, un impegno speciale per le singole comunità parrocchiali e religiose ‘ La presenza di Gesù nel Tabernacolo deve costituire come un polo di attrazione per un numero sempre più grande di anime innamorate di lui’ (n. 18). Lo è stato per il Beato Junipero Serra, lo sia per tutti i Serrani, come lo è per in nostri Seminaristi, che da qualche anno all’adorazione eucaristica quotidiana affidano il loro impegno formativo.
7. L’Eucaristia è sorgente ed epifania di comunione. ‘Nel mistero eucaristico Gesù edifica la Chiesa come comunione. È comunione gerarchica col Papa e col Vescovo. È comunione fraterna, coltivata con una spiritualità di comunione che induce a sentimenti di reciproca apertura, di affetto, di comprensione e di perdono’ (n. 21). E questo a cominciare dalla famiglia, oggi gravemente insidiata non solo nella sua identità, ma anche nella fedeltà, nella concordia e nell’unità.
8. L’Eucaristia è principio e progetto di missione. ‘Entrare in comunione con Cristo nel memoriale della Pasqua significa sperimentare il dovere di farsi missionari dell’evento che quel rito attualizza. Il congedo alla fine di ogni Messa costituisce una consegna, che spinge il cristiano all’impegno per la propagazione del Vangelo e l’animazione cristiana della società’ (n. 25).
E questo, che si può chiamare ‘progetto eucaristico’, ‘è urgente che venga fatto soprattutto nella nostra cultura secolarizzata che respira l’oblio di Dio e coltiva la vana autosufficienza dell’uomo’ (n. 26) e venga fatto ‘nella vita quotidiana, là dove si lavora e si vive, in famiglia, a scuola, nella fabbrica, nelle più diverse condizioni di vita’ (ib.).
In questo Anno dell’Eucaristia impegniamoci ‘ ci esorta il Papa ‘ ‘a testimoniare con più forza la presenza di Dio nel mondo. Non abbiamo paura di parlare di Dio e di portare a fronte alta i segni della fede’ (ib.).
Il progetto eucaristico, infine, è anche un progetto di solidarietà e di pace, per edificare una società più equa e più giusta, a servizio soprattutto degli ultimi. ‘Perché dunque ‘ conclude il Papa ‘ non fare di quest’Anno dell’Eucaristia un periodo in cui le comunità diocesane o parrocchiali si impegnano in modo speciale ad andare incontro con fraterna operosità a qualunque delle tante povertà del nostro mondo? Penso al dramma della fame che tormenta centinaia di milioni di esseri umani, penso alla solitudine degli anziani, ai disagi dei disoccupati, alle traversie degli immigrati … È questo il criterio in base al quale sarà comprovata l’autenticità delle nostre celebrazioni eucaristiche’ (n. 28).
In questo nuovo anno pastorale la nostra Chiesa palermitana si sforzerà di celebrare, adorare e contemplare l’Eucaristia, come forza propulsiva delle nostre parrocchie perchè si riscoprano e si ricostruiscano come comunità missionarie, comunità di cristiani adulti nella fede che si riscoprano e si ricostruiscano come missionari, quali sono diventati in forza del Battesimo, nelle ordinarie condizioni di vita.
C’è di esempio il Beato Junipero Serra con la sua intensissima e irrefrenabile attività missionaria di sacerdote, di predicatore, di professore, dalle Isole Baleari a Porto Rico, dal Messico al Texas, dalla bassa all’alta California, fondando e dirigendo missioni, costruendo chiese, vero colosso dell’evangelizzazione, se nella sola California in 17 anni percorse circa 9900 Km e 5400 miglia di navigazione sopportando, nonostante l’età e le infermità, le condizioni aspre e disagiate dei lunghi viaggi in mare, sui fiumi e soprattutto a piedi.
Un esempio per tutti, vero eroico missionario del Vangelo. Lo ricordiamo particolarmente in quest’anno, che coincide col 220 anno della sua morte.
Alla sua intercessione affidiamo la nostra Chiesa di Palermo, il nostro Serraclub e il nostro Seminario con i nuovi quindici giovani che questa mattina hanno fatto ingresso nel Propedeutico, e che ho la gioia di presentarvi.