Epifania del Signore

Celebrazione Eucaristica nel XXIV Anniversario di Ordinazione Episcopale di S.Ecc. Mons. Paolo Romeo
06-01-2008

    Carissimi fratelli e sorelle amati dal Signore!

    1. Nel giorno in cui la Chiesa ci invita a celebrare l’Epifania del Signore, sembra farsi più intensa e piena la gioia del Natale che ci ha fatto rivivere il mistero dell’incarnazione del Verbo Eterno di Dio, lasciandoci contemplare, con sempre più rinnovato stupore, il Bambino di Betlemme, accudito dalla dolcezza di Maria e di Giuseppe, annunciato in visione dal coro degli angeli, visitato nella semplicità dagli umili pastori.
    Con la solennità odierna dell’Epifania, termine che significa ‘manifestazione’, ricordiamo che il mistero della salvezza, resosi visibile e vicino all’uomo nella nascita di Gesù, è rivolto come dono a tutti gli uomini, di ogni tempo e di ogni luogo. Egli si manifesta come Dio d’Amore e di Misericordia, a tutta la famiglia umana, la famiglia dei figli di Dio.
    Tutto questo ci è efficacemente comunicato dal Vangelo che abbiamo appena ascoltato, nel quale si narra della visita dei Magi. Essi sono uomini saggi venuti dall’Oriente, che, come i pastori, animati da una profonda ricerca interiore, desiderano adorare il Bambino di cui hanno visto e interpretato il segno in una stella che è sorta per lui.
    Nei Magi, provenienti dalle regioni pagane, dalle terre lontane, dai confini del mondo allora conosciuto, riconosciamo il compimento di una profezia: Dio non ama solamente il popolo d’Israele che ha scelto da sempre e ha prediletto come figlio primogenito; piuttosto e ancor di più Dio ama l’intera umanità, e tutti i popoli della terra sono chiamati ad andare verso di lui, a camminare nella sua luce.

    2. Anche oggi, in questa Chiesa Cattedrale, nell’odierna celebrazione, sembra di rivivere visibilmente l’evento universale della visita dei Magi. Il nostro stare insieme per celebrare la santa Eucaristia mostra quanto è grande il cuore di Dio, capace di accogliere ogni uomo, ogni vicenda umana, ogni provenienza, ogni storia, per farla diventare, nelle sue mani di tenerezza che riplasma la vita, splendida meraviglia della sua misericordia.
    Per questa varia e variopinta presenza, sono grato a tutti voi, carissimi fratelli e sorelle, che, provenendo da varie parti del mondo, condividete con noi il cammino umano di pacifica convivenza nella nostra Città di Palermo e l’avventura cristiana di appartenere a questa Santa Chiesa.
    In questo evento, proprio nel giorno dell’Epifania, colgo come dono particolare del Signore la grazia di percepire il respiro universale della sua salvezza, e ‘ soprattutto ‘ di toccare con mano la stupenda ricchezza della Chiesa, famiglia universale dei figli di Dio, che in sé vuole accogliere tutti, nel rispetto e nell’amore che Gesù le ha voluto affidare nel ‘comandamento nuovo’.

    3. Mentre gioisco per la ricchezza del nostro incontro, oggi ancora un altro motivo di gioia si aggiunge a questa festa. Nell’anniversario della mia ordinazione episcopale, ricevuta nella Basilica Vaticana ventiquattro anni or sono, per l’imposizione delle mani del Servo di Dio Giovanni Paolo II, sono grato al Signore per l’immenso dono elargitomi, e con voi tutti, Chiesa di Palermo a me confidata, non cesso di elevare il canto di lode alla SS. Trinità.
    In questi ultimi giorni ho avuto modo di rileggere le parole che il compianto Papa volle indirizzare a noi ordinandi, in quella Epifania del 1984, e in esse ho trovato alcuni spunti che ‘ con molta semplicità ‘ mi piace riproporre a tutti voi, perché la nostra lode alla bontà di Dio si faccia forte della contemplazione del suo mistero.

    4.  Nel giorno della mia ordinazione episcopale, il Santo Padre Giovanni Paolo II, prendendo spunto dalla figura dei Magi, ci spronava a tenere fisso lo sguardo sulla Luce vera, Gesù Cristo, fatto Bambino per gli uomini. Egli affermava che l’espressione ‘Epifania’ «ci invita a pensare non solo alla stella che è apparsa agli occhi dei Magi, non solo alla via che questi uomini d’Oriente fanno, seguendo il segno della stella. L’Epifania ci invita a pensare alla via interiore, al cui inizio si trova il misterioso incontro dell’intelletto e del cuore umano con la luce di Dio stesso. [‘] I tre personaggi dell’Oriente seguivano con certezza questa luce ancora prima che apparisse la stella».
    In un certo senso nei Magi la luce di Dio si era manifestata ancor prima di mettersi in viaggio verso Betlemme, ed era stata per loro forza interiore per camminare incontro al Signore, seguendo il segno esterno della stella, con umiltà e coraggio. «I Magi ‘ continuava il Santo Padre ‘ hanno risposto con la fede a quella interiore Epifania di Dio».
    È proprio vero. La mia esperienza di vita episcopale mi ha fatto sperimentare tante volte che la luce di Cristo splende prima nel cuore dell’uomo e poi nelle realtà che l’uomo è chiamato a vivere. Ho trovato tanti segni di Dio nel cuore di tante persone conosciute, come pure tanti segni della sua presenza nelle realtà vivificate dagli uomini che si sono alimentati della sua grazia.
    La luce di Dio è intima all’uomo stesso, e ‘ allo stesso tempo ‘ visibile negli eventi del mondo.
    Quanti segni Dio concede alla Famiglia umana! Quanti segni che testimoniano la sua presenza e guidano i passi dell’uomo, spesso incerti, vacillanti! Se l’umanità, come i Magi, fossa più attenta ed allenata a percepire i segni di Dio, innanzitutto nella propria coscienza, nei propri sentimenti, nell’intimo di ogni persona di buona volontà, poi nel creato, nella storia, nei fratelli’ certo essa camminerebbe davvero nelle vie che realizzano la volontà di Dio e la pace fra gli uomini.
    Per questo il Servo di Dio Giovanni Paolo II, ci parlò in quella occasione dell’eloquenza dell’Epifania: il Signore non smette di manifestarsi a tutti gli uomini, di parlare loro con segni interiori ed esteriori, che, però, vanno letti, correttamente interpretati, coerentemente seguiti. Così egli ebbe a dirci: «Dall’abbondanza dell’Epifania di Dio nasce oggi il vostro episcopato. La consacrazione è insieme una nuova chiamata a sottomettere tutta la vostra vita alla forza interiore dell’Epifania, mediante la quale Dio infinito affida a ciascuno di voi il suo Mistero salvifico in Gesù Cristo, nato nella notte di Betlemme dalla Vergine Madre».

    5. Il profeta Isaia, nella prima lettura, ci ha presentato il triste scenario in mezzo al quale il popolo d’Israele, pieno di speranza, ascoltato al Signore, ritorna dalla dolorosa esperienza dell’esilio: ‘Le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te’ (Is 60,2).
    Anche a noi, oggi, sembra difficile che in mezzo alle tenebre del mondo, alle dense nubi di oscurità che minacciano i giorni dell’uomo con la guerra, la fame, l’odio, la violenza efferata, la povertà e l’ingiustizia, si possa ascoltare l’eloquenza del Dio che si fa presente, si possano intravedere i segni della bontà di Dio, come nuove stelle che possano condurre ciascuno di noi verso Cristo e il suo pieno e definitivo amore.
    Eppure tanti segni ci sono! E per non andare lontano dalla nostra realtà, questi primi mesi del mio ministero episcopale nella nostra cara Arcidiocesi me li hanno fatti intravedere ed apprezzare come particolari doni di Dio.
    Parlano della salvezza di Dio le numerose iniziative caritative e di volontariato che continuano a sorgere nelle nostre comunità parrocchiali, e che cercano di creare reti di impegno comune e concreto.
    È sua azione salvifica la grande vitalità dei movimenti, dei gruppi, delle associazioni, terreni particolarmente fecondati dallo Spirito Santo nei quali la Parola di Dio viene abbondantemente seminata e fruttifica in itinerario di vita autenticamente evangelica.
    Dio parla anche nella rinascita vocazionale che si è rilevata in questi ultimi anni, per la quale tanti giovani hanno scelto di donare totalmente la propria vita al Signore nella speciale consacrazione al suo servizio, nel sacerdozio ministeriale.
    E parla anche nella volontà di un laicato formato ed appassionato che chiede sempre più spazi e possibilità per una partecipazione attiva alla missione evangelizzatrice della Chiesa, sforzandosi di compiere sempre nuovi passi nei cammini di santità percorsi nella vita ordinaria.
    Mi è particolarmente caro, infine, l’entusiasmo con cui tanti istituti religiosi vivono il loro carisma con impegno e fedeltà, cercando di operare spesso con iniziative sociali a favore di quartieri disagiati o a rischio.
    Ma ho ricevuto una bella testimonianza anche dagli sforzi che la nostra Città moltiplica ogni giorno per farsi il più possibile accogliente verso i cittadini immigrati, che pongono sempre nuove sfide di concreto servizio, di integrazione nel reciproco rispetto delle diversità, di osservanza della legalità e della pacifica convivenza.
    Certo c’è ancora tanta strada da percorrere, ma è importante che da tutte le parti si intensifichino gli sforzi per ridisegnare ogni giorno una Città e una Chiesa che si faccia vicina ai bisogni dell’uomo e testimoni autenticamente la speranza cristiana.
    Segno di tale speranza per la nostra Città, quasi una nuova stella, si è rivelata anche la recente decisione dell’Amministrazione comunale, di destinare i fondi previsti per i festeggiamenti di fine anno a numerose attività a sostegno dei più bisognosi. Tali attività non si riducono semplicemente ad un evento circoscritto, ma saranno operative come iniziative di comunione e di crescita per tutto l’anno appena iniziato.
    Quasi alla fine del periodo natalizio possiamo tracciare un bilancio: a Palermo non sono certo mancate le luminarie, né gli altri tradizionali segni di festa, ma la Città si è arricchita del valore aggiunto della solidarietà a favore dei fratelli più deboli, compiendo, in modo maturo, un gesto di condivisione che ricorda il senso autentico del Natale, e permette di incontrare nel bisogno dell’altro il Cristo che vuol nascere ancora nel cuore dell’uomo.

    6. Nell’occasione della mia ordinazione episcopale il compianto Santo Padre ci parlò anche della forza salvifica dell’Epifania. Egli disse: «Permettete a questa forza divina di irradiarsi nel vostro cuore come in una interiore Gerusalemme, alla quale l’odierna liturgia dice: ‘Alzati, rivestiti di luce, / perché viene la tua luce, / la gloria del Signore brilla sopra di te’ (Is 60,1). Permettete alla forza salvifica della divina Epifania di irradiarsi tra gli uomini e i popoli, ai quali siete mandati, come testimonianza della verità e della misericordia». Come San Paolo, sono stato sempre fermamente convinto che il ministero affidatomi tornava a beneficio dell’unico Corpo Mistico, la Chiesa. La missione episcopale si nutre della forza di Dio manifestatasi agli uomini, una forza che non si perde dietro a parole consolatorie, ma si fa annuncio e testimonianza di verità e misericordia, cambiamento di vita per l’opera che Egli compie.
    Ho potuto sperimentare tante volte, al di là dei miei personali limiti umani ‘ che affido all’amore misericordioso del Signore ‘ l’azione di un Dio forte, di un Dio che converte il cuore dell’uomo, che lo accoglie nella sua Chiesa, che continuamente nutre il suo popolo, se ne prende cura, lo salva.
    A questo ‘Dio forte’ ho consacrato la vita, nel servizio alla sua Chiesa, famiglia di Dio radunata nell’efficacia della salvezza, e con animo contrito chiedo al Signore di ogni bene di perdonare le mie debolezze, le mie infedeltà, le mie stanchezze e le mancanze di generosità nel donarmi interamente alla causa del Vangelo.

7.
Infine il Santo Padre ci parlò dell’abbondanza dell’Epifania. L’oro, l’incenso, la mirra, offerti dai Magi al Bambino di Betlemme richiamano la responsabilità di noi tutti ad offrire in dono al Signore la nostra stessa vita. Se questo può valere già per il discepolo di Cristo, diviene fondamentale per chi viene da lui scelto per ricevere la pienezza del sacerdozio.
    Riconosco che questi anni di ministero episcopale sono stati anni in cui ho piuttosto sperimentato l’abbondanza dei doni di Dio per me. Come i Magi, dopo aver offerto doni a Gesù, se ne tornano a casa pieni della sua presenza di salvezza, così la mia vita, donata nel servizio del Cristo e della sua Chiesa, ha ricevuto in abbondanza dal Signore la sua costante assistenza, la sua consolatoria presenza, la sua luce gioiosa.

    8. Con questi sentimenti di riconoscenza e di gratitudine celebro oggi l’Eucaristia, grato anche alla Vergine Santa, che, da Madre, ha guidato i miei passi custodendomi costantemente nella fedeltà agli impegni presi con il suo Figlio.
    A lei, ancora oggi, rivolgo lo sguardo, perché interceda, Immacolata, per questa nostra amatissima Chiesa Palermitana, perché la sua preghiera conforti soprattutto i tanti ammalati e le tante persone sole che partecipano a questa celebrazione ascoltandoci sulle frequenze della nostra Radio Diocesana.
    Con tutti condivido la mia gioia di trovarmi a ringraziare il Signore e di implorare ancora da lui abbondanti doni di grazie perché il mio servizio alla Chiesa possa essere sempre più fecondo, secondo la sua santa volontà.