“Voi in quanto uomini che detenete l’autorità esistete affinché gli uomini stiano bene, soffrano meno, vivano un’esistenza senza conflitti”. Ad affermarlo l’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice in occasione della celebrazione della Messa di inizio anno a Palazzo delle Aquile, sede del Municipio.
“Se ci si dimentica di questa linea di condotta – ha proseguito – si tradisce il mandato di Gesù che si è fatto uomo per farsi carico della loro condizione. Il Vangelo è una luce che entra nella vita delle persone. Dobbiamo mantenere lo stupore nei confronti di questa verità per non perdere la forza e la volontà di continuare a cercare. I re Magi incarnano nella tradizione cristiana proprio il fatto di essere sempre alla ricerca, di non essere mai paghi di avere sempre la percezione dello scarto tra quello che è stato fatto e ciò che ancora deve essere raggiunto”.
In prima fila ad ascoltare le parole dell’Arcivescovo ci sono il sindaco, Leoluca Orlando, con la moglie Milly, il questore Guido Longo, il comandante interregionale dei carabinieri Silvio Ghiselli, il prefetto Antonella De Miro. E poi consiglieri, presidenti delle partecipate, dirigenti comunali.
A loro Lorefice si rivolge quando spiega che dalla loro azione, in quanto uomini e donne che detengono autorità, dipende la serenità con cui si vive in città. Da questa condizione discende il fatto che il precetto “amatevi gli uni gli altri, massima che racchiude la verità cristiana, delle città umane, possa trovare compimento e sostanza a prescindere dal credo di ciascuno”.
Un richiamo, insomma, ai valori dell’uomo e dell’accoglienza; ma anche all’uso sorvegliato, corretto, equilibrato, senza eccessi e giusto delle potestà e delle supremazie: solo così possono generare un rapporto rilassato fra le persone e si può favorire la convivenza.
Lorefice ha rivolto anche un pensiero alle periferie e cita l’esempio di Gesù che lascia Nazareth per la Galilea, terra ancora ostile. “Ma Lui – ha proseguito l’Arcivescovo – in una situazione di crisi non si scoraggia, va avanti, lotta, cerca la soluzione, comincia appunto dalla periferia, dalla Galilea delle genti, dove sa che deve arrivare la sua illuminazione. Gesù predica e dice che il regno dei cieli è vicino. Lo dice appunto dalla Galilea, dalla periferia che così diventa con la sua luce un luogo distante dalle tenebre”.
Al termine della messa si è svolta la cerimonia di deposizione di una corona di fiori davanti la statua di Santa Rosalia posta in cima di Palazzo delle Aquile da parte dei Vigili del Fuoco.
“Se ci si dimentica di questa linea di condotta – ha proseguito – si tradisce il mandato di Gesù che si è fatto uomo per farsi carico della loro condizione. Il Vangelo è una luce che entra nella vita delle persone. Dobbiamo mantenere lo stupore nei confronti di questa verità per non perdere la forza e la volontà di continuare a cercare. I re Magi incarnano nella tradizione cristiana proprio il fatto di essere sempre alla ricerca, di non essere mai paghi di avere sempre la percezione dello scarto tra quello che è stato fatto e ciò che ancora deve essere raggiunto”.
In prima fila ad ascoltare le parole dell’Arcivescovo ci sono il sindaco, Leoluca Orlando, con la moglie Milly, il questore Guido Longo, il comandante interregionale dei carabinieri Silvio Ghiselli, il prefetto Antonella De Miro. E poi consiglieri, presidenti delle partecipate, dirigenti comunali.
A loro Lorefice si rivolge quando spiega che dalla loro azione, in quanto uomini e donne che detengono autorità, dipende la serenità con cui si vive in città. Da questa condizione discende il fatto che il precetto “amatevi gli uni gli altri, massima che racchiude la verità cristiana, delle città umane, possa trovare compimento e sostanza a prescindere dal credo di ciascuno”.
Un richiamo, insomma, ai valori dell’uomo e dell’accoglienza; ma anche all’uso sorvegliato, corretto, equilibrato, senza eccessi e giusto delle potestà e delle supremazie: solo così possono generare un rapporto rilassato fra le persone e si può favorire la convivenza.
Lorefice ha rivolto anche un pensiero alle periferie e cita l’esempio di Gesù che lascia Nazareth per la Galilea, terra ancora ostile. “Ma Lui – ha proseguito l’Arcivescovo – in una situazione di crisi non si scoraggia, va avanti, lotta, cerca la soluzione, comincia appunto dalla periferia, dalla Galilea delle genti, dove sa che deve arrivare la sua illuminazione. Gesù predica e dice che il regno dei cieli è vicino. Lo dice appunto dalla Galilea, dalla periferia che così diventa con la sua luce un luogo distante dalle tenebre”.
Al termine della messa si è svolta la cerimonia di deposizione di una corona di fiori davanti la statua di Santa Rosalia posta in cima di Palazzo delle Aquile da parte dei Vigili del Fuoco.