Preghiere
Cara sorella, caro fratello,
hai deciso di cercare il Signore e la sua Misericordia in questo luogo santo, ma per prima cosa devi credere con tutto il tuo cuore che è stato il Signore a cercarti ed è la sua Misericordia che ti ha chiamato e ti ha condotto qui.
"Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati". (Ef 2,4-5)
VISITA AD UNA CHIESA GIUBILARE
Oltre che nelle quattro Basiliche maggiori di Roma, non c'è nessuna "Porta Santa" da attraversare. Entra in Chiesa e segnati con l'acqua benedetta: con questi semplici gesti fai memoria del tuo Battesimo che è la porta della salvezza.
- Con le parole ricorderai che sei partecipe della vita divina della Santissima Trinità,
- con il gesto ricorderai che Gesù Cristo si è sacrificato per te.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Leggi la Parola di Dio dalla Lettera ai Romani (6,3-4) e poi fai qualche istante di silenzio:
Quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte. Per mezzo del Battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.
Adesso fai la Professione di fede (per le altre formule vedi più sotto):
Io credo in Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra
e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale fu concepito di Spirito Santo,
nacque da Maria Vergine,
patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso, morì e fu sepolto;
discese agli inferi;
il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente:
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la Comunione dei Santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna.
Amen.
Concludi con questa preghiera o con un canto adatto e vai al Tabernacolo eucaristico:
Grazie, Signore, per avermi creato,
grazie, Signore, per avermi chiamato all'eternità.
Oggi entro nella tua casa
come tu un giorno sei entrato nella mia anima,
non voglio mai più separarmi da te.
Il Tabernacolo è il luogo in cui si conservano le ostie consacrate durante la Messa e non usate per la Comunione dei fedeli. La fede ci insegna che esse sono diventate il Corpo e il Sangue di Cristo, dunque il Signore è realmente presente in esse. Inginocchiati (se le tue condizioni di salute non lo permettono inchinati profondamente). Questo gesto esprime la tua fede nella presenza di Cristo nel Santissimo Sacramento dell'Eucarestia e il culto di adorazione che gli rivolgi: riconosci che il Signore è Dio, il tuo Dio.
Prega con le parole del Salmo 100:
Venite, in ginocchio adoriamo,
inchiniamoci al Dio che ci ha creati.
Lui è il nostro Dio e il nostro pastore,
noi siamo il suo popolo,
il gregge che la sua mano conduce.
Ascoltate oggi questa sua parola: «Non indurite i vostri cuori».
Preghiera di S. Alfonso Maria de' Liguori davanti al Santissimo Sacramento:
Signor mio Gesù Cristo,
che per l’amore che porti agli uomini,
te ne stai notte e giorno in questo Sacramento
tutto pieno di pietà e di amore,
aspettando, chiamando ed accogliendo
tutti coloro che vengono a visitarti,
io ti credo presente nel Sacramento dell’Altare.
Ti adoro nell’abisso del mio niente,
e Ti ringrazio di quante grazie mi hai fatto;
specialmente di avermi donato te stesso in questo Sacramento,
e di avermi dato per Avvocata la tua santissima Madre Maria
e di avermi chiamato a visitarti in questa chiesa.
Io saluto oggi il tuo amantissimo Cuore
ed intendo salutarlo per tre fini:
primo, in ringraziamento di questo gran dono;
secondo, per compensarti di tutte le ingiurie che hai ricevuto
da tutti i tuoi nemici in questo Sacramento;
terzo, intendo con questa visita adorarti in tutti i luoghi della Terra,
dove sacramentato te ne stai meno riverito e più abbandonato.
Gesù mio, io ti amo con tutto il cuore.
Mi pento di aver per il passato tante volte disgustata la tua Bontà infinita.
Propongo con la tua grazia di non offenderti più per l’avvenire
ed al presente, miserabile qual sono, io mi consacro tutto a te:
ti dono e rinunzio tutta la mia volontà, gli affetti, i desideri e tutte le cose mie.
Da oggi in avanti fa’ di me e delle mie cose tutto quello che ti piace.
Solo ti chiedo e voglio il tuo santo amore,
la perseveranza finale e l’adempimento perfetto della tua volontà.
Ti raccomando le anime del Purgatorio,
specialmente le più devote del Santissimo Sacramento e di Maria Santissima.
Ti raccomando ancora tutti i poveri peccatori.
Unisco infine, Salvator mio caro,
tutti gli affetti miei con gli affetti del tuo amorosissimo Cuore
e così uniti li offro al tuo Eterno Padre,
e lo prego in nome tuo, che per tuo amore li accetti e li esaudisca. Amen.
Se vuoi, puoi aggiungere anche qualche altra giaculatoria (come quelle qui sotto) o qualche canto eucaristico, ma non tralasciare di stare alcuni minuti in silenzio: nella preghiera infatti parliamo a Dio, ma dobbiamo anche lasciare che sia Lui a parlare a noi.
- Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento.
- Adoriamo, o Cristo, il tuo vero Corpo nato dalla Vergine Maria;
per noi hai voluto soffrire per noi ti sei offerto vittima sulla croce
e dal tuo fianco squarciato hai versato l’acqua e il sangue.
Sii nostro conforto nell’ultimo passaggio e accoglici nella casa del Padre:
O Gesù dolce, o Gesù buono o Gesù figlio di Maria.
- Amore, onore e gloria al Cuore eucaristico di Gesù.
- Cuore eucaristico di Gesù, che ardi d'amore per noi, accendi i nostri cuori d'amore per Te.
- Agnello Immacolato, nel tuo Corpo e Sangue che si offre sull’altare, è riposta ogni mia speranza.
- Sangue Divino di Gesù donami una fede incrollabile, speranza certa e carità perfetta.
- Gesù, confido in te.
Concludi la tua visita Santissimo Sacramento pregando per la Chiesa e in particolare secondo le intenzioni del Papa:
Per la Chiesa, che è mia Madre, e secondo le intenzioni del Sommo Pontefice:
- Padre Nostro che sei nei Cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in Cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori
e non abbandonarci alla tentazione ma liberaci dal male. Amen.
- Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con Te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
- Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
come era nel principio, e ora e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Ora alzati e vai davanti all'immagine del Crocifisso.
Se stai visitando la Cattedrale, accanto all'altare maggiore troverai la Croce del Giubileo (vedi), soffermati qualche momento davanti ad essa. Nelle altre chiese giubilari, recati davanti ad un crocifisso esposto alla pubblica venerazione.
Guardando il Crocifisso acclama:
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo
perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Leggi la Parola di Dio dal Vangelo secondo Luca (23,33-34.39-43)
Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno". Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!". L'altro invece lo rimproverava dicendo: "Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male". E disse: "Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno". Gli rispose: "In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso".
Medita qualche momento sulle parole di Gesù in croce: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno" e chiedi la forza di perdonare qualcuno che ti ha fatto del male. Poi pensa alle parole: "In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso" e ringrazia il Signore che ci da la possibilità di salvarci fino all'ultimo istante della nostra vita.
Concludi recitando la Preghiera del Giubileo:
Padre che sei nei cieli,
la fede che ci hai donato nel
tuo figlio Gesù Cristo, nostro fratello,
e la fiamma di carità
effusa nei nostri cuori dallo Spirito Santo,
ridestino in noi, la beata speranza
per l’avvento del tuo Regno.
La tua grazia ci trasformi
in coltivatori operosi dei semi evangelici
che lievitino l’umanità e il cosmo,
nell’attesa fiduciosa
dei cieli nuovi e della terra nuova,
quando vinte le potenze del Male,
si manifesterà per sempre la tua gloria.
La grazia del Giubileo
ravvivi in noi Pellegrini di Speranza,
l’anelito verso i beni celesti
e riversi sul mondo intero
la gioia e la pace
del nostro Redentore.
A te Dio benedetto in eterno
sia lode e gloria nei secoli.
Amen.
La Vergine Madre di Dio è, per grazia, anche madre nostra. Questa maternità di Maria nell'economia della grazia perdura senza soste dal momento del consenso prestato nella fede al tempo dell'annunciazione, e mantenuto senza esitazioni sotto la croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. Difatti, assunta in cielo ella non ha deposto questa missione di salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua ad ottenerci i doni della salvezza eterna. Per questo la beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice.
Davanti ad un'immagine della Beata Vergine Maria esposta alla pubblica venerazione puoi recitare questa preghiera o qualche altra (vedi anche sotto)
Ricordati, o piissima Vergine Maria,
non essersi mai udito al mondo
che alcuno abbia ricorso al tuo patrocinio,
implorato il tuo aiuto, chiesto la tua protezione
e sia stato abbandonato.
Animato [animata] da tale confidenza, a te ricorro,
o Madre, Vergine delle Vergini, a te vengo e,
peccatore contrito [peccatrice contrita],
innanzi a te mi prostro.
Non volere, o Madre del Verbo,
disprezzare le mie preghiere,
ma ascoltami propizia ed esaudiscimi. Amen.
Concludi la tua visita lasciando un'elemosina per i poveri: è il segno tangibile che il tuo cuore comincia a cambiare per amare più intensamente Dio e il prossimo. Ricorda queste parole del Nuovo Testamento:
- Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello. (1Gv 4,20-21)
- In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando così, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: "Si è più beati nel dare che nel ricevere! (At 20,35)
- Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. (2Cor 9,7-9)
Preghiere e testi utili
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Breve nota sul Crocifisso ligneo dell’oratorio di S. Vito di Palermo
Il Crocifisso ligneo proviene dall’oratorio di S. Vito di Palermo, retto originariamente dalla confraternita eponima che era stata fondata probabilmente all’inizio del XV secolo all’interno di una chiesa, inglobata intorno al 1630 nell’ex Monastero di S. Maria di tutte le grazie o di S. Vito, oggi caserma dei Carabinieri.
L’importanza della sua committenza confraternale si evince anche dalle altre opere d’arte oggetto di devozione nel nuovo oratorio seicentesco, tra cui una statua lignea del Santo dai modi pienamente rinascimentali, scolpita dal celebre Giovanni Gili nel 1532, anch’essa ricoverata ed esposta al Museo Diocesano di Palermo.
Il Crocifisso fu intagliato probabilmente intorno alla metà del Quattrocento sul modello di un celeberrimo prototipo conservato nella chiesa dei Quaranta Martiri al Casalotto di Palermo, che, a sua volta, aveva rielaborato in senso moderno le forme del Crocifisso dell’attuale Cappella Roano a Monreale. Si trattava di un Crocifisso di ridotte dimensioni dunque elaborato principalmente per uso processionale.
Restaurato nel 2019 all’interno nel laboratorio del Museo, ha mostrato il delicato incarnato percorso da numerosi rivoli di sangue che contribuiscono tuttora al senso naturalistico dell’opera, mostrando l’umanità Cristo morto, magro ed esangue, dalle esili braccia nervate dalle vene in evidenza, con le costole ben visibili, dalla testa inclinata verso la spalla destra, senza che tutto questo mostri il dramma della sofferenza fisica dell’uomo, sopportata fino alla fine con rassegnazione e con la serena consapevolezza dell’essersi compiuto il sacrificio voluto dal Padre per tutti noi.
Il perizoma, scivolato sulla gamba destra, rifulge dopo il restauro per le decorazioni dorate recuperate, tra le quali spiccano le stelle, simbolo cristologico che rimanda al libro dell’Apocalisse e associa il Cristo alla “lucente stella del mattino” e alla guida luminosa nel buio verso la diritta via della salvezza.