(di Stefania Macaluso) Donne cattoliche della diocesi di Palermo, rappresentanti delle diverse associazioni, impegnate a vario titolo nel servizio alla Chiesa, si sono fatte promotrici di una veglia di preghiera in Cattedrale, sabato 13 marzo, giorno in cui la cronaca ha dato notizia dell’ennesimo orribile assassinio di una donna il cui nome si è aggiunto alla lunghissima lista posta per l’occasione su un leggio ai piedi dell’altare maggiore. Uomini e donne di fede riuniti in preghiera nella Chiesa Cattedrale e accolti dal parroco Mons. Filippo Sarullo in rappresentanza dell’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice. Invitate a partecipare anche le donne rappresentanti di varie fedi presenti a Palermo: cristiane delle diverse confessioni, buddiste, islamiche, indu, ebree, per sottolineare che la violenza non ha colore, provenienza, identità e che le donne sono coese nell’opporvisi con tutta la loro forza cooperativa e generativa. Una preghiera “Per implorare la conversione dei cuori: uomini e donne per un’umanità pacificata”.
Chi può convertire i cuori se non lo Spirito Santo? Ma occorre che i cuori si aprano, che entrino in relazione. Nel credo cristiano è questo ciò che chiamiamo Comunione, unità di corpi vivificati nella fede in Gesù. La comunità dei credenti in Cristo, uomini e donne, è chiamata a dare una testimonianza forte in tal senso. La Chiesa di Palermo sa bene che la sopraffazione ha un’unica matrice, è la pianta marcia che dà frutti ugualmente malsani. Nel nostro territorio si manifesta, in modo pervasivo, nell’illegalità mafiosa. Sanare la relazione uomo-donna contribuisce a guarire da ogni altra sopraffazione. Lo ha colto perfettamente papa Francesco quando è venuto in visita nella nostra diocesi e profeticamente ha affermato “Abbiamo bisogno di uomini e donne che vivono relazioni libere e liberanti, che amano i più deboli e si appassionano di legalità” e ancora “Oggi abbiamo bisogno di uomini e donne di amore, non uomini e donne di onore; di servizio, non di sopraffazione” (dall’omelia di Papa Francesco al Foro Italico, il 15 settembre del 2018).
Ecco il programma per realizzare la vocazione della Chiesa e della città di Palermo, sintetizzato dall’Arcivescovo Corrado Lorefice nel testo Siate figli liberi alla maniera di Pino Puglisi!, un testo all’insegna della speranza. È questa la stessa speranza che le donne della diocesi di Palermo vogliono nutrire e tessere: la Chiesa si faccia testimone riconoscibile e credibile di relazioni uomo-donna che possano davvero contrastare la deriva della sopraffazione.
Mentre si svolgeva la veglia di preghiera, fuori dalla Cattedrale fratel Biagio Conte si univa spiritualmente alla stessa supplica e dedicava alle donne un messaggio, non a caso, di speranza, carico della forza mistica del penitente:
Carissime Sorelle il mondo è in crisi, pervadono le ingiustizie, le violenze, le sopraffazioni, ma non veniamo meno nella speranza, la nostra speranza è l’amico e Fratello Gesù. Anche Gesù e tutte le donne e uomini sono stati perseguitati. Beati voi quando sarete perseguitati! Rispondiamo al male con il bene e le opere buone. Abbiamo tutti un compito, un ruolo, migliorare questa società con la Fede, la Speranza e la Carità, con i giusti valori, i sani principi, con l’umiltà, la sobrietà e la semplicità. Carissime Sorelle abbiamo una Preziosissima Donna, Sorella e Amica, Maria nostra Madre della Speranza,’’ l’Immacolata Concezione’’. Care Sorelle vi invito a far vostra la sua umiltà, la sua sobrietà e la sua semplicità, rispettando così il vostro corpo, vestendolo e non svestendolo e non più schiave e dipendenti di una moda che offende il corpo. Ricordiamoci che siamo Tempio di Dio e preziose figlie del Buon Dio. E sappiate che tante donne hanno profetizzato e contribuito al bene della storia dall’Antico Testamento al Nuovo Testamento fino ad oggi. Ecco che tante Sante di Dio hanno testimoniato le loro preziose virtù donate a loro dal Buon Dio
Pace e Speranza Fratel Biagio Piccolo servo inutile