«Non riesco a inviare un messaggio o una lettera alla mia Chiesa non ricordando voi: nella mia vita e in quella della Chiesa di Palermo voi non siete marginali, siete al centro dei nostri pensieri e della nostra attenzione; il Vangelo che annunzia la nascita di Gesù in mezzo agli uomini, per gli uomini, è diretto innanzitutto a voi». Così l’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice ai detenuti della casa circondariale “Pagliarelli” intitolata all’agente Antonio Lorusso con i quali ha celebrato la Messa in preparazione del Natale; ieri l’Arcivescovo era stato insieme ai detenuti della casa circondariale “Cavallacci” di Termini Imerese intitolata all’agente Antonino Burrafato.
«Per me si rinnova un dono che mi offre il Signore – ha proseguito l’Arcivescovo – quello di poter essere qui, in un luogo che mi è caro perché se un Vescovo non ha a cuore quanti sono reclusi, è come se non conoscesse il Vangelo, quel Vangelo che è chiamato ad annunciare. Tutti noi siamo chiamati a celebrare la nascita, il Natale, di Gesù: attraverso il volto di quel bambino nato a Betlemme da Maria noi riconosciamo il volto di Dio e troviamo le risposte che anche Giovanni Battista cercava, chiedendosi se quel Gesù che si accompagnava ai poveri e ai peccatori fosse realmente il Messia. La risposta del Figlio di Dio è arrivata, come sappiamo, attraverso i gesti e le azioni concrete, facendosi carico delle ferite, dei dolori, delle sofferenze di coloro che Gesù incontrava. Ecco perché questo Vescovo sente il bisogno di tornare in mezzo a voi».
L’Arcivescovo ha voluto infine sottolineare come Gesù non sia nato a Gerusalemme, nel tempio o in un palazzo sfarzoso: «E’ stato deposto in una greppia, in una mangiatoia, riconosciuto subito dai pastori. Il Natale non deve quindi essere una festa “esterna”, deve essere prima di tutto accoglienza della presenza di Dio nella nostra vita, una vita che Dio conosce da sempre e che desidera trasformare in via della luce. Viviamo quindi con questa intenzione il tempo di Avvento che stiamo attraversando, viviamo con questo spirito il Natale che si avvicina, nell’attesa della venuta definitiva del Signore che accenderà cieli nuovi e stabilirà una terra nuova senza ingiustizie, senza divisioni, senza sofferenze. Senza carcere».