“La situazione giovanile deve fare i conti con la disoccupazione che raggiunge il 58 per cento, secondo i dati Istat. In questo ultimo decennio si è assistito e si continua ad assistere ad una crisi generazionale che vede la Sicilia sempre più povera e vecchia. I giovani guardano la nostra terra come luogo di non crescita, senza futuro: l’unica via è la fuga”.
E’ quanto è emerso dalla relazione del direttore regionale della Pastorale dei giovani, don Gaetano Gulotta nel corso dei lavori della sessione invernale della Conferenza Episcopale Siciliana, presieduti da mons. Salvatore Gristina, Arcivescovo di Catania.
“La situazione migratoria dei giovani colpisce soprattutto le aeree interne che si configurano con le zone montane – ha proseguito – che, nonostante il grande patrimonio culturale e artistico di cui sono ricche, non sono state valorizzate adeguatamente dalle istituzioni, mancando di capacità imprenditoriale e di cultura del lavoro. Quei giovani, che hanno scommesso sull’apertura di aziende, sono scappati in poco tempo non solo per la crisi economica, ma anche per la mancanza di vie di comunicazione adeguate allo sviluppo economico. La mancanza di speranza dei giovani siciliani pone anche l’accento sulla sfiducia nelle istituzioni e nella politica in generale, guardando ai politici come insensibili alle situazioni sociali ed economiche in cui versano i giovani nel non potere realizzare i propri progetti nella loro terra. Dal punto di vista della fede, si può affermare che i giovani del millennio sono una “generazione di mezzo”, sospesi tra un modello tradizionale – istituzionale tipico del passato e un modello nuovo, de-istituzionalizzato, tipico della cultura del tempo presente. Bisogna avere il coraggio di porre fiducia nei giovani. Essi non hanno abbandonato la fede secondo il modello dentro – fuori, ma più semplicemente hanno rinviato tale discorso a tempi futuri. Bisogna credere che i giovani, per quanto apparentemente lontani dai discorsi religiosi, sono aperti alle novità della vita e non escludono un eventuale riavvicinamento alla fede, secondo forme più adeguate alla loro età. Quale proposta concreta è stato auspicato l’incremento della pastorale oratoriana.