«A Palermo Don Pino ha testimoniato il volto di un Vangelo che si incarna che guarda con simpatia e amicizia gli uomini e le donne. Un Vangelo che intercetta tutto quello che c’è di buono e di vero negli uomini. Papa Francesco, con la sua visita, ci ha aiutati a dire che anche nel cuore di chi è mafioso c’è sempre il volto di un fratello a cui dire con un sorriso o con una parola che si può e si deve cambiare. Il Beato Puglisi è testimone di un Vangelo che riesce a cambiare e a trasfigurare, la sua è stata una vita che ha detto in tutto e per tutto che è possibile cambiare rotta».
Ecco le parole dell’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, sul palcoscenico del teatro Politeama per la quattordicesima edizione del premio internazionale Beato Pino Puglisi.
Una serata ricca di emozioni e spettacolo – trasmessa in diretta streaming sulla pagina Facebook ufficiale del premio, https://www.facebook.com/premiopadrepinopuglisi/ – e soprattutto di valori come la legalità e la pace. I sette premiati di quest’anno hanno speso le loro vite a favore dei più deboli, hanno profuso un impegno per cambiare e rendere migliore la vita di qualcuno.
La giuria, quest’anno, ha deciso di premiare il sacerdote Ibrahim Alsabagh, che opera in Siria, parroco di San Francesco d’Assisi ad Aleppo Ovest, terra martoriata dalla guerra, monsignor Augusto Paolo Lojudice, vescovo ausiliare di Roma, Giuseppe Giordano, ordinario di Idraulica agraria all’università di Palermo, il giornalista Angelo Morello e la moglie Roberta, che dopo aver perso la figlia Livia hanno creato un’associazione in suo nome con fini sociali, Vincenzo Morgante, direttore di TV2000, Teresa Nicoletti, medico chirurgo, mezzosoprano e compositrice, fra l’altro dell’aria sacra “Padre Pino Puglisi, Anima Beata”, Massimo Toschi, insegnante e politico, che ha dedicato la vita ai poveri e alla pace, per nulla frenato dalla disabilità causata da una poliomielite contratta a undici mesi.
Un riconoscimento è andato anche ai rappresentanti delle forze dell’ordine e, sul palco, una targa è stata consegnata al prefetto di Palermo, Antonella De Miro, e una al questore, Roberto Cortese.
Questa edizione è stata dedicata a tutti i bambini yemeniti che soffrono e in particolare ad Amal, la piccola morta per fame, a sette anni, qualche settimana fa, la cui foto era finita sul New York Times per sensibilizzare l’opinione pubblica a proposito di un conflitto dimenticato da molti.