“Gli anziani sono ebbri di giorni, così come vengono definiti dalla Bibbia, perché hanno conosciuto la sapienza di Dio, il sostegno di Dio, la salvezza e la consolazione di Dio che dà sapore e sapienza alla vita. Questo lungo cammino diventi per gli anziani, sapienza della comprensione della vita che deve traboccare soprattutto quanto si arriva a 70 – 80 – 90 ed oltre”.
Ad affermarlo l’Arcivescovo, mons. Corrado Lorefice, nell’omelia pronunciata nel corso della celebrazione Eucaristica, nella parrocchia di San Filippo Neri, allo Zen, alla quale erano presenti il vicario Episcopale, don Alerio Montalbano, il parroco p. Miguel Pertini, il consulente ecclesiastico, don Sebastiano Conticelli e don Antonino Severino che proprio oggi celebra il suo 80° compleanno.
“Una lunga vita significa anche imparare a contare i giorni della solitudine e della malattia fino alla morte – ha aggiunto il Presule – e beati gli anziani che custodiscono il sapore e mettono la sapienza di Dio in questi giorni. Il quartiere e la città debbono sostenere l’anziano perché non si disperda il volto di chi è sazio di giorni e i piccoli che al cospetto di Dio hanno coloro che li custodiscono come angeli.
Oggi siamo qui tutti a testimoniare l’immenso amore e provvidenza di Dio che ci dia di vivere ancora più ebbri di giorni e la nostra vita sia al suo e al servizio di chi ci mette di fronte”.
Quest’anno la Giornata diocesana dell’anziano si è svolta allo Zen, una scelta non a caso quella del Servizio diocesano di pastorale anziani che in questo modo ha voluto promuovere un quartiere da sempre abbandonato e che si è voluto attenzionare con questa iniziativa. Al termine della celebrazione don Corrado è andato a fare visita ai rappresentanti delle Istituzioni presenti nel quartiere che ha definito “liturghi – servitori del popolo per l’affermazione della legalità e della pace”.
“Abbiamo voluto fortemente celebrare allo Zen questa festa degli anziani – dichiara il responsabile del Servizio Giovanni Di Cara – perché sia resa più significativa la presenza del Vescovo”.
Al termine della celebrazione i partecipanti si sono ritrovati nel salone parrocchiale dove hanno condiviso un’Agape fraterna e sono stati intrattenuti con canti e balli.