Anniversario della Dedicazione della Chiesa Cattedrale – Istituzione dei Ministri Straordinari della Comunione dei Lettori e degli Accoliti

03-06-2011

    1. L’anniversario della Dedicazione della Chiesa Cattedrale, che quest’anno celebriamo solennizzando i primi vespri, è davvero significativo per la nostra Chiesa. La liturgia ci fa fare memoria del giorno in cui questa Cattedrale è stata dedicata, il giorno in cui questo tempio materiale è stato riservato in modo esclusivo e permanente alla celebrazione dei divini misteri, ed è stato destinato unicamente a radunare il popolo di Dio perché si realizzasse, nella fede, un autentico incontro con il Signore.
    A dire di questo incontro è la bellezza di un edificio fatto di pietre materiali, preziose e antiche. Pietre preziose, perché l’arte nel corso dei secoli ha espresso in modo sublime il mistero. Pietre antiche, visto che la prima struttura di questo tempio risale a quasi un millennio fa. È così affascinante la storia e la grandezza di questa Cattedrale che i nostri padri ci hanno consegnato come chiesa madre e cuore pulsante di tutta la comunità diocesana! E noi abbiamo il dovere di mantenerla nella dignità e nella bellezza che le sono proprie.

    2. La Dedicazione di una chiesa, che come sapete avviene con una solenne liturgia, è il momento in cui Dio prende possesso di questo luogo santo.
    L’antico Tempio di Gerusalemme, inaugurato da Salomone, era davvero il luogo solenne della presenza di Dio. Abbiamo ascoltato, dalla prima lettura che è stata proclamata questa sera, il momento della sua dedicazione. Il re Salomone, davanti all’altare del Signore, nel nuovo Tempio che è stato appena finito di costruire dopo tanti anni di lavoro, a nome di tutta l’assemblea riunita insieme, innalza le sue mani al cielo e prega Dio perché, per la sua fedeltà dimostrata nel corso della storia, venga ad abitare definitivamente nel luogo santo, lo renda ‘sua dimora’,
    Salomone si meraviglia: ‘Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito!‘. Ma prega perché il Signore possa scendere in questo Tempio ogni volta che il popolo si riunirà insieme per pregare.
    Col passare dei secoli, il Tempio di Gerusalemme assumerà l’importanza dell’unico luogo in cui Dio può davvero dimorare per incontrare il suo popolo, anzi per farsi incontrare da esso. Al Tempio di Gerusalemme si salirà per sacrificare a Dio, per pregare insieme, per purificarsi dai peccati.
    Anche Gesù lo farà, da buon ebreo. E avrà sempre sacro rispetto di quel Tempio, che chiamerà sempre ‘la casa del Padre suo‘, e che ‘ cacciando i venditori che lo profanavano ‘ ribadirà essere una ‘casa di preghiera‘.
    Il Tempio di Gerusalemme realizzava dunque questo grande incontro. Quello spazio era garanzia di quell’incontro, e della benevolenza che Dio aveva nei confronti di quanti, come il pubblicano penitente, venivano a chiedere pietà ed aiuto.

    3. Pochi anni dopo la morte e risurrezione di Gesù, nel 70 d.C., il Tempio di Gerusalemme, che pure era stato riedificato e ristrutturato varie volte dai tempi di Salomone, viene distrutto dalle truppe romane. Non sarà mai ricostruito. Cosa vi possiamo leggere noi cristiani?
    Gesù è il vero e definitivo ‘tempio’. In Gesù Cristo, Verbo di Dio fatto uomo, l’umanità si può incontrare con il Padre. Con la sua incarnazione, con la sua passione, morte e risurrezione, Gesù ha ricreato in se stesso, nella sua vicenda, le condizione perché Dio incontrasse e ritrovasse il suo popolo.
    Non ci sono più luoghi definitivi in cui andare per trovare salvezza. Bisogna solo andare a lui, seguirlo, camminare nella luce. Non c’è più uno ‘stare’ in un Tempio, ma un ‘seguire’ il Maestro, ciascuno con la sua croce di ogni giorno.
    Il nuovo e definitivo ‘tempio’ che è Cristo non è un luogo, ma una persona. E’ colui che ha consumato il sacrificio della sua vita per noi. Non servono altri sacrifici di purificazione o di espiazione. E’ lui l’unico Agnello che si è immolato e sacrificato per tutti noi. E’ attraverso il sacrificio della sua vita, l’offerta pura della sua vita, che noi possiamo tutti andare incontro al Padre da figli, possiamo chiamarlo ‘Padre’ perché figli di Dio, redenti come nuove creature, come nuova generazione.
    E’ Cristo il nuovo tempio. Il tempio definitivo. L’unico.

    4. Carissimi! Se Cristo è il nuovo tempio, noi non siamo più semplicemente legati ad un luogo’ Di più: siamo innestati in una persona. Con il Battesimo siamo stati innestati in Cristo, viviamo della sua stessa vita, siamo chiamati a ripercorrerne le orme, l’esempio di donazione generosa che egli ha fatto di se stesso.
    Le nostre chiese, i nostri templi, i nostri edifici di culto, compresa questa nostra Cattedrale, non sono preziosi perché abbelliti o antichi, perché funzionali o spaziosi’ no! La preziosità di questi luoghi è data dal popolo di Dio che vi si riunisce per incontrare Dio.
    Ce lo ha ricordato la seconda lettura di questa sera: noi siamo pietre vive che ‘ solo se stretti, avvicinati gli uni agli altri e tutti a Cristo, pietra angolare ‘ costituiamo un edificio spirituale che ha una bellezza di santità che le pietre non possono esprimere.
    Noi, la Chiesa, tutti come Corpo Mistico di Cristo, siamo la vera bellezza di ogni tempio. Siamo ciò per cui ogni tempio è costruito e dedicato. Il luogo in cui Dio abita è la nostra stessa vita, non sono mura materiali! Noi siamo la dimora di Dio! Noi, questa sera, rappresentiamo davvero la novità che Cristo è venuto ad acquistarci: ‘Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa‘.

    5. Una Chiesa così bella ‘ e parlo della Chiesa fatta da tutti noi, del popolo santo di Dio che sentiamo di essere ‘ dice in ogni momento la sua origine, proclama la sua salvezza, indica il suo fondamento’
    Un edificio spirituale fatto di pietre vive testimonia sempre quella pietra angolare ‘ Cristo ‘ che ha trasmesso la vita a tutte le altre’
    Questa Chiesa è fatta per testimoniare che Cristo è il Salvatore del mondo, per dire alla gente chi veramente egli sia’
    Nel brano evangelico che abbiamo ascoltato è lo stesso Gesù a chiedere ai suoi discepoli: ‘La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?‘ E poi chiederà: ‘Ma voi chi dite che io sia?
    Come popolo di Dio redento, come famiglia dei figli di Dio, come Chiesa, noi siamo chiamati a dire Gesù Cristo nei nostri ambienti di vita, nelle nostre relazioni, nella testimonianza di una vita trasparente, generosa, donata nell’amore.
    Noi siamo chiamati a dire autenticamente Gesù Cristo, ciascuno nelle responsabilità che il Signore gli ha voluto affidare, ma tutti uniti a Pietro, che per primo lo testimonia: ‘Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente‘. A noi è affidata la testimonianza quotidiana di Gesù Cristo sulla scia di quella donata dal Primo degli Apostoli. Per questo, sulla sua fede, Gesù edifica la fede della Chiesa. Per questo la Chiesa non può che seguire quella prima testimonianza che Pietro suggellerà con il suo martirio.
    Cristo edifica la sua Chiesa sulla professione di fede di Pietro, ma conta anche sulla nostra professione di fede che diventa vita concreta, che si illumina del’azione profetica e ministeriale ispirata dallo Spirito Santo.

    6. Per questo, stasera, questa nostra splendida Cattedrale, si riempie di uomini e donne che vogliono continuare ad edificare la nostra Chiesa di Palermo. La Cattedrale, tempio di pietre materiali, ha certo materialmente bisogno di un grande restauro’ Ma la Chiesa di Palermo ha più bisogno di una costante riedificazione attraverso la vostra generosità, il vostro impegno, la vostra corrispondenza all’azione di grazia che il Signore ha già compiuto in voi.
    La ministerialità, che da sempre arricchisce la nostra Arcidiocesi, stasera si arricchisce ancora di più grazie al vostro ‘eccomi’ generoso, alla vostra disponibilità ad essere Chiesa e a edificare sempre più e sempre meglio la Chiesa.

    A coloro che sono chiamati a divenire ministri straordinari della comunione vorrei dire di essere il volto sollecito della Chiesa che accompagna gli ammalati e gli anziani. Andategli incontro con generosità e delicatezza, senza lesinare tempo e fatica. Sapete che andate incontro a Cristo stesso che porta la sua Croce, e che ha bisogno del Cireneo per completare tratti di strada. Siate compagni del doloroso cammino, riponendo fiducia in colui che annunciate e tenete in mano: Cristo, Eucarista che la comunità celebra e invia ai fratelli per fare con loro comunità.
    Siate anello di congiunzione tra gli ammalati e le comunità parrocchiali, testimoni credibili della fede e della coerenza di vita, portando degnamente il Signore e la sua speranza.

    A coloro che verranno istituiti lettori raccomando di annunciare la Parola di Dio con la sapienza e la dolcezza di chi l’ha prima di ogni altra cosa amata, compresa, ‘digerita’: Si! Non siate ministri di un libro, ma ministri della Parola che vi ha cambiato la vita e con la quale, nella vostra personale preghiera, nella meditazione assidua, volete confrontare il vostro cammino.
    La Parola rivolta a voi diventi salvezza per i fratelli, specie i piccoli e i poveri che attendono l’annunzio del Vangelo. Siate autentici missionari, ma solo perché toccati dal dono che Dio vi fa ogni giorno e sempre di più.

    A coloro che verranno istituti accoliti dico che la Chiesa vi ha posto nelle mani il tesoro più prezioso che possiede: l’Eucaristia. Con la vostra vita, siate degni di aiutare alla mensa dell’altare e di distribuire la comunione ai fratelli. Il suo sacrificio eucaristico è fonte di comunione e di amore vero, e sorgente di ogni spirito di servizio.
    Siate prima di tutto voi a ritrovare ogni giorno nell’Eucaristia la forza di amare e lo slancio di servire. Fare la comunione con lui significa assumerne gli stessi sentimenti e farsi servi dei fratelli, specie quando questo significa morire a se stessi.

    7. Tutti affido a Maria SS. Assunta alla quale è dedicato il titolo della nostra Cattedrale. La sua Assunzione, affrescata sulla volta a botte dell’abside, ci ricorda che ella seguì il destino di gloria del suo Figlio risorto, e anche lei trionfò sul peccato e sulla morte, ricevendo da Gesù questa grazia di potere essere la prima redenta.
    Maria è figura della Chiesa trionfante e gloriosa in Cielo, che, fondata sulla roccia di Cristo, si è edificata nella santità. A lei guardiamo per compiere in noi la vita di Gesù. A lei offriamo questa nostra Chiesa diocesana perché si edifichi nella vitalità delle pietre e nella ministerialità delle sue membra. Sotto la sua protezione mettiamo questi nostri fratelli che anticipano e annunciano il Regno continuando a testimoniare ‘il Cristo, il Figlio del Dio vivente‘.