1. Santa Rosalia ha ancora una volta attraversato la nostra Città!
L’Urna argentea che custodisce i suoi resti mortali ha anche quest’anno percorso il Cassaro e ha incontrato la preghiera e la devozione dei palermitani.
Sì! Il passaggio delle reliquie della Santuzza è il cuore del Festino! Il Festino, infatti, è prima di tutto memoria della prodigiosa liberazione di Palermo dalla peste, ad opera dell’intercessione di una piccola fanciulla eremita vissuta sul Monte Pellegrino.
Come fu nel 1624, con la prima grande processione delle reliquie voluta dal mio predecessore, il Cardinale Giannettino Doria, così, ancora oggi, nell’avanzare dell’Urna, Palermo ricorda Rosalia! E ricorre a Rosalia! Con fiducia! Volgendo a lei sguardo e cuore e confidando nella sua potente intercessione presso Dio!
Palermo ‘si riappropria’ così della Santuzza, la stringe a sé, la sente vicina e le confida le sue ansie, le sue paure, i suoi problemi.
Dopo il passaggio, in questa tradizionale sosta a Piazza Marina, la Città che nel tragitto ha riaccolto Santa Rosalia, adesso è riunita qui compatta, nelle sue varie componenti, per essere a lei presentata dal Pastore di questa nobile Chiesa di Palermo.
2. Cosa possiamo consegnare a Rosalia? Non possiamo che consegnare, con fede, la storia che stiamo vivendo, con tutta la sua verità e le sue contraddizioni.
Così come nel 1624 si presentò alla Santuzza una città oppressa dalla pestilenza, così oggi le presentiamo e le consegniamo innanzitutto ciò che è palpabile, maggiormente visibile: un processo di degrado morale e religioso, sociale ed economico, che avvertiamo a diversi livelli.
Da una parte viviamo un momento storico segnato da una crisi economica che attraversa non soltanto la nostra Città, ma anche l’intero Paese. Essa colpisce sempre più le fasce di popolazione meno abbienti, segnate drammaticamente dalla disoccupazione e dalla mancanza di alloggi.
Condizioni di incertezza che non consentono alle nuove generazioni uno sguardo sereno e pieno di speranza sul loro avvenire e sulla legittima realizzazione di una famiglia.
Troppo spesso i diritti fondamentali della persona e la sua dignità, vengono negati da un sistema consumistico che è disposto a sviluppare le grandi economie e a sostenere forti poli finanziari, ma che non scende a creare opportunità di occupazione e migliori condizioni di vita e di futuro.
Dall’altra parte, la crisi che attraversiamo non è soltanto sociale ed economica. Presentiamo a Rosalia una Città segnata da un pestilenziale processo di progressiva scristianizzazione e di pericolosa desacralizzazione della vita. La fede che diciamo di professare, viene facilmente tenuta lontana, addirittura eliminata, dalla concretezza della nostra quotidianità.
Dobbiamo aprire gli occhi su questo, fratelli e sorelle! Dobbiamo riconoscere che troppo spesso releghiamo il Vangelo nell’ambito del privato e del devozionale, credendo che non abbia niente da dire al nostro pensare e al nostro agire! Niente di più falso!
Questa è una pericolosa schizofrenia: ci diciamo cristiani in chiesa, nelle pratiche di pietà o in qualche manifestazione esteriore, ma il nostro stile di vita non è radicato sul Vangelo, non testimonia che la fede ci ha davvero cambiato in meglio.
Per Rosalia, invece, la priorità di Dio professata con la bocca, è divenuta concreta nella vita! Impariamo da lei a scommettere tutto sul Vangelo! Senza aver paura! Non rimarremo delusi! Non giochiamo al ribasso sulla nostra vita! Diamole il valore che da Dio Creatore le è stato donato! Restituiamole la dignità che essa sembra andare perdendo!
Abbiamo una grande responsabilità nei confronti delle nuove generazioni, e per questo ci chiediamo: le stiamo educando alla nobiltà dei valori? O le stiamo abituando ad un indolore deprezzamento della vita? Le stiamo educando alla solidità di scelte responsabili? O le stiamo abituando, con il nostro esempio, a costruire il futuro basandosi esclusivamente su passioni ed emozioni fugaci?
Quanta difficoltà consegniamo stasera alla Santuzza! Ci sembra di respirare l’aria pesante di chi non crede più al cambiamento! Su questa piazza, ci sembra di arrivare davanti a Rosalia non tanto con la stanchezza fisica data dal percorso e dall’afa, quanto con quella stanchezza di chi non vede futuro all’orizzonte, di chi non vede opportunità di riscatto, di chi non vede più luce per la vita.
Eppure la nostra fede, di cui Rosalia è fulgidissimo esempio, ci apre alla speranza! In nome di questa stessa fede che ci ha portato fin qui, su questa piazza, a tutti è richiesto di animarci nella capacità di scommettere sul bene, quel bene che, a vario titolo, possiamo compiere facendo fruttificare l’eredità di una Palermo che mai ‘ mai! ‘ si è arresa, nel corso della storia, di fronte alle difficoltà emergenti.
3. È vero! Per poter cambiare il volto di Palermo tutti dobbiamo fare la nostra parte.
Ma per farlo dobbiamo cambiarle prima di tutto l’anima!
E l’anima di Palermo è fatta dei palermitani che ancora desiderano amarla, e vederla bella, onesta, nobile, pulita, rispettosa, giusta!
Ma è altrettanto vero che questa ricchezza della Città va bene amministrata da coloro che sono posti al suo servizio nel perseguire e garantire il bene comune. Palermo attende molto! E non è più tempo di rinviare oltre: ha bisogno di un impegno straordinario e concorde per essere meglio amministrata!
La situazione di Palermo riflette certo quella regionale e nazionale. Ci sembra, carissimi fratelli e sorelle, di assistere solamente a un rincorrersi di crisi, di frizioni e di scontri fra gruppi, che frammentano quell’unità politica e amministrativa che ‘ in momenti bui come questo ‘ dovrebbe dare il massimo esempio di compattezza e di agilità, dovrebbe cioè saper rispondere ai bisogni della gente.
So bene quante difficoltà si incontrano nell’ambito politico-amministrativo di questa Città in particolare, e so anche che, spesso, non ci troviamo dotati di strutture efficienti per intervenire come si vorrebbe. Ma occorre che i vari livelli amministrativi non siano solo ingranaggi burocratici che generano lentezze e sprecano occasioni ed energie per la crescita! Occorre che ci si adoperi per governare! E che lo si faccia sul serio! E che lo si faccia subito, a tutti i livelli!
Un tale clima di immobilismo amministrativo genera innanzitutto, la sfiducia della gente, che si trasforma spesso in tensione, rabbia, malcontento. Si avverte, cioè, una sorta di ‘doppio binario’, per cui lo scenario politico corre separato dalla realtà concreta delle famiglie, dei giovani, dei meno abbienti, dei più emarginati, delle categorie più a rischio, che continuano a bussare chiedendo risposte.
Penso anche e soprattutto all’emergenza lavorativa che sta toccando punte elevatissime, e che ‘ lo ribadisco! ‘ blocca soprattutto i giovani nella costruzione del futuro, facendoli rivolgere a pericolose chimere o a strade di disperazione e di morte.
E penso ‘ non posso farne a meno ‘ a quante opportunità di investimento, a quanto denaro pubblico, soprattutto fondi europei, si allontanano dalla nostra terra, giudicata incapace di presentare adeguati progetti occupazionali ed efficaci piani di sviluppo, giudicata ‘ cioè ‘ incapace di amministrare.
A livello regionale, penso alle difficoltà dei nostri Cantieri Navali, di cui Palermo è andata sempre fiera, e all’eccessivo ritardo ‘ che oserei definire assoluto silenzio ‘ con cui si sta intervenendo sulle possibilità di riqualificare per tempo gli stabilimenti di Termini Imerese. Penso pure alla delicata situazione delle scuole professionali, per le quali si stanno limitando gli stanziamenti e alle quali dunque viene disconosciuta la valenza formativa per il futuro della Regione.
A livello comunale, non posso non ribadire con convinzione che non si può amministrare limitandosi a gestire le emergenze delle retribuzioni, ma che si deve tentare in tutti i modi di ottimizzare le risorse che già si possiedono, in modo deciso, e in prospettiva del futuro di questa Città. Un futuro che non può essere l’eterno presente di una continua protesta per gli stipendi, ma che deve essere programmato come occasione di crescita e di produttività reale.
A grandi fasce di popolazione ‘ ricordiamolo ‘ non resta che rivolgersi al ‘lavoro nero’ con tutti i rischi che questo comporta, sia in termini di sfruttamento a scapito della dignità personale, sia in termini di danno alla collettività.
4. Rosalia parla ancora al cuore di questa Città, e cerca di toccare la sensibilità di tutti gli uomini di buona volontà, ma in particolare degli Amministratori che professano la loro identità cattolica: la vostra fede ‘ come ha detto il Santo Padre qui a Palermo il 3 ottobre scorso ‘ deve mostrare la ‘forza dirompente‘ del Vangelo, e deve essere capace di farvi superare le situazioni di conflitto, gli interessi personali, i radicalismi politici che generano solamente un pericoloso stallo, e che allontanano sempre più da una visione serena dei problemi.
Come ebbi a dire all’inizio del 2011, al Palazzo di Città, proprio all’indomani di un accorato appello all’unità rivolto dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che in questi ultimi giorni ha fatto nuovamente sentire la sua voce autorevole, ribadisco che abbiamo la necessità che per il bene della nostra Palermo le istituzioni dialoghino! Si superino le fratture che si consumano a vari livelli, e si esca dalle pastoie della burocrazia fine a se stessa! In simili condizioni, non si possono offrire per tempo risposte opportune ai problemi seri ‘ davvero seri! ‘ della gente!
Tutti dobbiamo capire che ci si sta giocando davvero il futuro! E non ci si può più permettere di perder tempo, di ‘navigare a vista’ senza orizzonti né prospettive chiare e condivise.
5. L’appello accorato alla responsabilità di tutti, che stasera ho il dovere di proclamare qui in Piazza Marina è illuminato dalla fede! Da quella mia, di Vescovo, Padre e Pastore, e da quella di tutti i fedeli della Santuzza! Va dunque posto in chiave positiva e propositiva: è la convinzione ferma che Palermo sarà salvata con il contributo di tutti!
Certamente con la buona volontà dei singoli, dei gruppi, di quanti continuano ad amare Palermo, anche questa Palermo mortificata e forse sconfitta dal suo immobilismo.
Ma sarà soprattutto il ritorno a Dio e l’intercessione potente di Rosalia, a mettere nel cuore di tutti e di ciascuno la sana inquietudine del bene: la conversione, il ritorno alla fede, alle radici della nostra fede, al Vangelo ascoltato, conosciuto e vissuto, può davvero far rifiorire la nostra Città, che sempre più sente il bisogno di stringersi alla sua Patrona, e di gridare forte:
Viva Palermo e Santa Rosalia!