Il fenomeno della violenza sulle donne ha assunto i contorni di una vera piaga sociale: stalking, percosse, stupri, femminicidi, subiti da tante donne, figlie, madri, sorelle, amiche, fidanzate, mogli, anche tra le mura domestiche, ormai affollano dolorosamente le nostre pagine di cronaca nera. Ancora più grave è quando queste violenze riguardano alcune categorie di donne più vulnerabili, come le bambine, le anziane, le migranti, le donne con disabilità.
Non si tratta soltanto di azioni inaccettabili contro le donne, ma di azioni contro il valore della vita, della civiltà e della dignità umana. Calpestato ne è dunque il Vangelo che è parola di vita, di luce e di gioia per tutti e ferita ne è la Chiesa, chiamata a compartecipare con i fratelli e le sorelle tutte questo Vangelo.
La violenza sulle donne è una profanazione di Dio, che ha scelto di nascere da una donna, è “una vigliaccheria e un degrado, per gli uomini e per tutta l’umanità”, come ha dichiarato senza mezzi termini Papa Francesco nel video della Rete Mondiale di Preghiera, diffuso nel mese di febbraio. La “violenza di genere” nelle sue varie manifestazioni è senza dubbio oggi una nuova forma di schiavitù, che denuncia la maggior parte delle volte delle lacune morali e una relazione malata tra uomo e donna, frutto di una cultura padronale che nega ogni forma di rapporto di parità e reciproco rispetto.
Ci troviamo di fronte ad una vera e propria sfida educativa, che appare in maniera più significativa in conseguenza della pandemia, che ha determinato un cambiamento forzato di stili di vita e a cui dobbiamo rispondere attraverso una “alleanza educativa” per la costruzione di una comunità educante, capace di accompagnare le nuove generazioni.
Con Papa Francesco affermiamo con forza che “Non è lecito guardare dall’altra parte, mentre tante donne sono calpestate nella loro dignità… la violenza sulle donne è un grido che arriva in Cielo”.
Nel Vangelo Gesù lancia un messaggio chiaro di amore nei confronti delle donne, compiendo una vera rivoluzione culturale: si ferma a parlare con una Samaritana, difende una prostituta dalla lapidazione, è dal corpo di una donna che giunge come Salvezza per l’umanità e ancora quando risorge appare per primo a due donne, a cui è dato il compito di annunciare la Pasqua.
Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte, a difendere il valore della dignità umana, genitori, famiglie, le comunità ecclesiali, la scuola, le associazioni e il mondo della politica; tutti siamo chiamati a impegnarci, ancora di più e con più determinazione. Come ci indica il nostro Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice «scegliamo il sogno di Cristo, il sogno dell’amore», affinché prevalga una società del rispetto, dell’accoglienza, non una società dell’egoismo, e della morte.