La Chiesa di Palermo ricorda con affetto e gratitudine l’avvio del ministero episcopale del Cardinale Salvatore Pappalardo che ebbe inizio il 6 dicembre del 1970. In questo mezzo secolo i segni lasciati dal Presule sono ancora evidenti, a iniziare dalla sua riflessione sul ruolo del Vescovo, ruolo «interno alla comunità di cui è al servizio e della quale ha bisogno. Per essere padre e non nobile in carriera e, men che meno, orpello decorativo. In simbiosi con i suoi preti che non sono meri esecutori. Indispensabile la vicinanza ai poveri anche in funzione della giustizia sociale cui sospingere le istituzioni. Sacerdos magnus nella liturgia, ma anche attento alla devozione popolare». Un ruolo che lo stesso Card. Pappalardo approfondì nel 2002 per la rivista di spiritualità pastorale “Presbyteri” con un contributo dal titolo esemplare, “Il mio popolo mi ha convertito”: «Una frase del Vescovo sud americano Oscar Romero che esprime bene il cammino di profonda comunione che egli aveva compiuto con i più poveri e deboli della sua Diocesi, per aiutare i quali ci rimise anche la vita! É nella comunità che il Vescovo incontra persone di ogni condizione, sempre bisognose del sostegno e dell’aiuto della Fede, per vivere una vita cristiana, e non perdersi di coraggio e di fiducia nell’affrontare le tante difficoltà e sofferenze materiali e spirituali tra cui spesso si dibattono».
In quella occasione il Card. Salvatore Pappalardo ricordò anche le parole che soleva rivolgere Sant’Agostino ai cristiani della Chiesa di Ippona, della quale era Vescovo: “Con voi sono Cristiano, per voi sono Vescovo”.