Sabato 8 e domenica 9 giugno 2019, tutti nella stessa barca per la “Festa dei popoli”, giunta alla terza edizione e che vuole sottolineare una prospettiva glocale (globale e locale) che si realizza nel medesimo territorio, coinvolgendo molte persone ed aggregazioni positive e propositive. “Mentre altrove si realizzano muri e barriere di ogni tipo – dichiara padre Sergio Natoli, responsabile di Migrantes – a Palermo crediamo che sia possibile attraversare percorsi di convivenza, investendo su nuovi modelli di integrazione. Così, questo appuntamento – voluto dall’Arcidiocesi di Palermo, sostenuto da Comune, scuole, realtà di volontariato e associative e comunità di migranti – vuole essere anche un contributo perché la Capitale della cultura 2018 si colori ancora di più della bellezza e della ricchezza della diversità”.
Girando per il centro storico di Palermo si rimane molto colpiti dalla presenza di uomini e donne che con i loro vestiti etnici ci fanno comprendere che la città diventa sempre più cosmopolita. Ciò è molto evidente anche nelle scuole primarie frequentate dai i figli dei “nuovi italiani”. I loro figli sono circa 25.000 e frequentano le nostre scuole insieme ai figli degli autoctoni. Il MIUR attesta al 9 per cento la presenza degli alunni con cittadinanza non italiana. E’ una presenza sempre più crescente a causa dello squilibrio tra i tanti Sud del mondo, dove vivono i due terzi dell’umanità che debbono vivere con meno di due dollari al giorno ed i Paesi industrializzati.
L’impegno delle istituzioni e di molte associazioni non va nella direzione della costruzione di muri di gomma o di porti chiusi, ma piuttosto verso la costruzione di una cittadinanza plurale in linea con la storia della nostra isola che vanta monumenti, storia e cultura che nel tempo hanno stratificato l’esistenza e la vita di un popolo. Fenici, romani normanni, arabi, spagnoli, francesi, etc. ciascuno ha lasciato qualcosa nella vita della nostra città e della nostra isola.
Guardare al futuro avendo presente il passato ci aiuta a vivere questo trapasso epocale e ad essere costruttori di un futuro dove popoli e culture sono sempre più interconnesse ed interdipendenti. E ciò avviene a livello planetario ed a livello locale. Costruire il locale con l’orizzonte del globale è impegno differenziato nella politica (quella cerca il bene comune), nell’educazione, nell’economia, nell’urbanistica.
Programma:
Sabato 8 giugno 2019
Ore 11 – E’ possibile fare un giro in una barca di canottaggio nella spiaggia di Mondello (zona Charleston).
9 giugno 2019
Passeggiata a mare al Foro Italico, sotto gli alberi e nei prati attorno.
ore 10 – Una mostra degli elaborati pittorici, grafici e scultorici degli alunni del liceo artistico “E. Catalano” che esprimono la loro solidarietà con la scuola di Quetafine in Guinea Bissau.
Ore 10 – È possibile fare una partita a scacchi o a dama.
Ore 13 – Diverse comunità etniche presenti in città daranno a tutti l’opportunità di degustare “I sapori dei popoli” con alcune pietanze tipiche. Anche questa è un’opportunità per conoscere altri popoli e culture attraverso la cucina, foto, tessuti.
Ore 15 – Attraverso il gioco della pallavolo e del cricket si intende contribuire a invertire la tendenza di considerare l’altro come un concorrente o qualcuno da dominare, ma piuttosto un compagno di viaggio.
Ore 15 – La ludoteca all’aperto è ispirata a giochi che si fanno nei 5 continenti. L’animazione è assicurata da persone di culture diverse. Ai bambini viene offerta l’opportunità di vivere un tempo speciale di gioco e di festa.
Ore 17 – Infine un concerto speciale con canti, danze, coreografie che daranno un ulteriore senso alla festa dei popoli.
Il programma completo su www.arcobalenodipopoli.it